Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Dopo oltre 12 mesi di mercato toro ed in una fase di tassi d’interesse estremamente ridotti, ho deciso di testare la tenuta degli ETF su un portafoglio dagli obiettivi spesso meno facili da raggiungere: aggettivi come “Prudenza”, “Stabilità”e “Gestione del Rischio”.
Sono adeguati gli ETF per realizzare questi obiettivi, tramite una meticolosa diversificazione? Oppure sono più strumenti da trading che da gestione patrimoniale, interessanti per i loro facili picchi di volatilità?
E’ ovviamente mia opinione che gli ETF siano, pur ben lungi dalla perfezione, degli strumenti molto più indicati a questi utilizzi, ovvero alla gestione del risparmio, di molti fondi e sicav gestiti da blasonate società di gestione dal nome allettante.
Nasce quindi PATROCLO, un portafoglio che ci auguriamo ‘dolce’ e che si sostituisce ad eroici approcci aggressivi nelle fasi difficili della guerra contro le potenziali avversità del mercato.
Per testare il portafoglio fisso alcune regole di base:
1- L’approccio è essenzialmente Buy&Hold su strumenti ad accumulo, tuttavia a cadenza non più che annuale è concesso a discrezione del gestore, per comprovate necessità, qualche ribilanciamento tra i macro-asset principali.
2- L’asset allocation iniziale parte con un’esposizione ai principali rischi misurata in 15% azionario e solo 10% di rischio valuta. Anche gli asset obbligazionari tradizionalmente più volatili (emergenti, high yield, convertibili, dollaro) sono contenuti al 15% del totale del portafoglio.
3- L’orizzonte temporale è 5 anni, eventualmente prorogabile a discrezione fino ad un massimo di altri 5 anni. Questo perché un approccio prudente è spesso associato ad età più avanzate e orizzonti temporali più brevi.
Applico la seguente asset allocation di riferimento, studiata (meticolosamente) per rispondere sia alla volatilità di mercato che al bilanciamento della volatilità dei tassi d’interesse, non rinunciando ad una redditività di fondo:
8% Azionario Europeo
5% Azionario USA
2% Azionario Paesi Emergenti
5% Titoli di Stato USA Breve Termine
3% Obbligazioni Convertibili
7% Obbligazioni di Paesi Emergenti
8% Obbligazioni Europee a Tasso Variabile
12% Obbligazioni Societarie Europee
20% Titoli di Stato Europei
20% Obbligazioni Globali Aggregate
5% Titoli di Stato Legati all’Inflazione
5% Titoli Monetari in Euro
Il risultato è il seguente:
Voglio andare a spiegare il perché delle mie scelte:
Azionario (15%)
AZIONARIO EUROPEO
– Lyxor Eurostox600 : azionario dinamico, inclusivo sia dei titoli azionario medio-grandi che di quelli ‘small cap’.
– Amundi MSCI Europe Minimum Volatility : in ottica di bilanciamento del relativo dinamismo del precedente, questo strumento tende nel lungo termine a contenere la volatilità.
– iShares MSCI Europe Value : l’indice “Prime Value” compie una selezione che tende a decorrelare da asset quali i tecnologici e gli indici più Growth.
AZIONARIO USA
– Invesco S&P500 Hedged : tra le repliche del S&P500 è non solo efficiente (una replica sintetica vantaggiosa fiscalmente nell’accumulo dei dividendi), ma anche coperto dal rischio valutario.
AZIONARIO PAESI EMERGENTI
– iShares MSCI Emerging Markets Minimum Volatility : indice ponderato per volatilità cerca di scorporare un potenziale trend crescente di lungo termine dell’asset dalla forte oscillazione propria di mercati meno maturi, selezione a mio parere più adeguata in un portafoglio “Prudente”
Obbligazionario Speculativo (15%)
TITOLI DI STATO USA BREVE TERMINE:
– JPM Betabuilders US Treasury 1-3 years: titoli di Stato USA a 1-3 anni dalla scadenza. Apporta un’esposizione difensiva e resiliente ai tassi alla valuta dollaro.
OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI:
– SPDR Global Convertible Bond Euro Hedged: tra gli obbligazionari uno dei più speculativi, titoli ibridi (subordinati, preferred shares, convertible bond) che pondera il rischio tassi acquistando una correlazione forte al mercato.
OBBLIGAZIONI EMERGENTI:
– UBS JPM USD Emerging Markets Diversified Bond 1-5 yrs euro Hedged: obbligazionario che diversifica in 1000 titoli di 65 paesi emergenti aggregando bond sotto l’investment grade (20%) e obbligazioni societarie e governative più solide. Appare resiliente ai tassi ma non ai loro effetti indiretti in merito a rischio creditizio, capitalizza al contempo significativi rendimenti.
– VanEck Emerging Markets High Yield Bond: obbligazioni tra le più speculative, che rappresentano esposizioni sotto l’investment grade ed al contempo emergenti, capitalizzando rendimenti molto elevati.
Obbligazionario Conservativo (70%)
OBBLIGAZIONI EUROPEE A TASSO VARIABILE:
– Lyxor Euro Floating Rate Note: obbligazioni a tasso variabile europee di investment grade.
OBBLIGAZIONI SOCIETARIE EUROPEE
– Amundi Euro Corporate BBB bond 1-5 yr: obbligazionario societario selezionato ponderando redditività, rischio di credito e rischio tassi. Con 2,85 di duration risulta in possesso di una esposizione al rischio tassi decisamente contenuta.
TITOLI DI STATO EUROPEI:
– Amundi Euro Bond Lowest Rate 1-3 yr: governativo europeo selezionato ponderando redditività, rischio di credito e rischio tassi. Con 1,96 di duration risulta in possesso di una esposizione al rischio tassi decisamente contenuta.
– Amundi Euro Government Bond IG 3-5 yr: leggermente più lungo del precedente, ma che capitalizza storicamente un interesse più alto in grado di dargli molta stabilità di lungo termine. 3,96 la duration.
TITOLI DI STATO LEGATI ALL’INFLAZIONE:
– UBS TIPS 1-10yr Euro Hedged: tra i titoli di Stato legati all’inflazione i TIPS statunitensi sono più direttamente correlati ai prezzi, questo titolo ha durata non lunga, mentre l’hedging valutario lo scorpora da logiche di bilanciamento e lo seleziona tra gli asset conservativi a orizzonte medio-lungo.
OBBLIGAZIONI GLOBALI AGGREGATE:
– iShares Core Global Aggregate Bond Euro Hedged: tra gli obbligazionari del portafoglio presenta un’esposizione più significativa al rischio tassi, tuttavia è bilanciato in quota di 1/5 soltanto del capitale investito.
MONETARI:
– JPM Ultra-Short Income: trattandosi di un ETF l’effetto “erosivo” di tassi brevi è meno destabilizzante che in altri strumenti obbligazionari ‘brevissimi’. Al contempo un loro progresso potrebbe, in maniera decorrelata dall’obbligazionario classico, contribuire ad una stabilità di lungo termine.
Il primo rendiconto periodico (e la prima verifica della progettata “prudenza”) è previsto ogni sei mesi, con il primo appuntamento ad aprile 2022.
Fisso come “benchmark” di confronto il Vanguard LifeStrategy 20 ad accumulo, che oggi quota 25,435 e che, pur con un 20% di azionario anziché 15, è a mio parere un buon metro dato che il rischio si ribilancia con l’esposizione valutaria ed all’obbligazionario speculativo di PATROCLO.
P.C. 21/10/2021
Ciao, domanda:
molti dicono che troppa diversificazione equivale a dispersione.
Qui abbiamo 12 strumenti per 150k di ptf.
Si può considerare 10k per ogni strumento come in questo caso, oppure non c'è una regola fissa…oppure non è proprio vero niente?
Grazie come sempre.
Ciao,
minoltista.
Ciao, parlando di numero di STRUMENTI, qui siamo sempre nell'area dei Toy-Model per spiegare strategie e tecniche e non di portafogli-modello da replicare. Ho utilizzato 150mila anziché i soliti 100mila per far capire che una diversificazione simile è probabilmente più adatta a patrimoni significativi che a portafogli da 100mila euro con tagli di poche centinaia di euro su ETF. Personalmente ti confido che ho un PAC sul Vanguard All World che alimento trimestralmente con 500 euro di sottoscrizione, che mi costa 5 euro ad operazione. 1% d'entrata, con 0,22% di Total Expense Ratio annuale è comunque qualcosa di molto più economico del 99% dei PAC in circolazione. Quindi gli ETF di versatilità ne hanno, anzi forse si deve fare un pò più attenzione agli ordini grandi (es. un acquisto secco di 100mila euro di un ETF non troppo scambiato) che agli ordini piccoli, in ogni caso negli ultimi anni la liquidità è aumentata incredibilmente e il tracking error si è ridotto anche per operazioni corpose in ETF… ante 2010 sugli scambi di alcuni ETF avremmo avuto degli scarti significativi denaro-lettera. PATROCLO cerca di dimostrare se un compromesso rendimento/prudenza è possibile con ETF e non per forza avvalendosi di altri strumenti di fronte ad un possibile rialzo dei tassi e/o potenziale shock azionario, diversifica asset difensivi rispetto a questo scenario (i TIPS, gli obbligazionari short-term ormai quasi inavvicinabili con strumenti diversi dagli ETF perché li trovi sopra la pari come singoli titoli e visto che hanno rendimento zero-negativo se ci applichi il TER di un fondo attivo, benché contenuto, l'effetto erosivo sul capitale non viene compensato neppure da un potenziale rialzo dei rendimenti, se non davvero impetuoso! …etc…).