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SISIFO: un portafoglio bilanciato a distribuzione Leverage Growth

Last Updated on 27/07/2024 by bowman

L’idea di questo portafoglio mi è venuta dall’inizio della quotazione, poco meno di un mese fa, dell’ETF Lyxor Leveraged Nasdaq, strumento a leva finanziaria sull’indice Nasdaq100 che rappresenta la capitalizzazione della seconda borsa mondiale, con profilo di rischio a mio parere stellare.

A molto rischio, quando il mercato è favorevole, corrisponde molto rendimento… infatti chi avesse investito in questo titolo, dimenticandolo in portafoglio per 9 anni oggi ne avrebbe ottenuto un rendimento del 2000%.

In una simulazione “estrema” sulla falsa riga di Damocle ho quindi immaginato, ora che lo abbiamo ‘in casa’ un PAC sul Nasdaq100 a leva alimentato da un portafoglio a distribuzione, che vi reinveste periodicamente i suoi dividendi netti.

Ovviamente se il Nasdaq crollasse verso fine portafoglio in maniera verticale come nel 2000 questo vanificherebbe tutti gli sforzi portati avanti per anni (pur non coinvolgendo il capitale inizialmente investito in altri strumenti)… da qui il nome di Sisifo.

Sisifo si basa quindi su un portafoglio 40/60 iniziale e prevede revisioni ogni 7 mesi (in modo che non cadano sempre nello stesso periodo dell’anno) in cui accumula i dividendi netti percepiti (se sufficienti!) nel Nasdaq a Leva. Parte inizialmente con 1 sola quota in questo asset.

Questa è l’asset allocation che ho scelto per SISIFO:

Notiamo che nel costruire il portafoglio ho osservato uno schema relativamente semplice abbinando (oltre al Lyxor a leva sul Nasdaq) 4 ETF ed un titolo di Stato USA.

Il 50% dell’investimento è per semplicità canalizzato nel LifeStrategy 40/60, che fa anche da Benchmark all’intero portafoglio (il valore odierno della versione ad accumulo è 25.29), nella versione a distribuzione. Questo semplice ETF (purtroppo non ancora molto scambiato, ma relativamente recente… e comunque questo è un Toy-Portfolio da simulazione) concentra in sé già un portafoglio 40/60.
A tale strumento ho deciso di associare un 20% di governativo USA (che in una celebre strategia è spesso associato come ‘bilanciere’ al Nasdaq ed a livello di capitalizzazione globale ha un suo senso) diviso tra un ETF a durata finanziaria brevissima (Invesco US Treasury Bond 1-3 anni) ed un titolo di stato USA preso direttamente sul mercato sotto la pari con rendimento fisso del 2% e durata quasi trentennale (T-Bond 2050 al 2%).

In ottica di de-correlazione e di elevato flusso di dividendi associo un 10% di obbligazionario sempre in dollari dei paesi emergenti, con il xTrackers USD Emerging Markets Bond. Questo ETF dei paesi emergenti ha delle caratteristiche che mi interessano per una propria diversificazione: replica l’indice FTSE (non il Bloomberg come il fratello di casa Vanguard o i popolari JPMorgan di iShares) quindi va ad investire con duration lunga (il 18% più del Vanguard) in obbligazioni e titoli di stato di paesi effettivamente in via di sviluppo (la Cina è a meno del 3%), ma al contempo esclude tutte le emissioni obbligazionarie che non abbiano rating o non siano minimo CCC (qui Venezuela, Argentina e altri paesi con rating minimi o non rated sono zero).
La cosa interessante è che, in questo momento, fa in modo che, esattamente come per il Treasury 2050, gran parte del portafoglio obbligazionario sia sotto la pari, ci auguriamo non proprio al minimo storico di redditività come il settore High Yield di cui parlavo prima e con auspicabili spazi di recupero (l’ETF, complice il deprezzamento del dollaro, è a -13% rispetto ad un anno fa e deve distribuire l’ultimo anno di dividendo).

Per la quota azionaria, sia per ottenere un incremento nello yield di distribuzione, sia per decorrelare dal tecnologico già tanto coinvolto nel Lyxor Lev-Nasdaq, ho selezionato il Vanguard All World High Dividend che diversifica bene in un paniere di circa 1600 azioni mondiali che rappresentano la metà del cielo a più alta distribuzione dell’universo-R = azionario mondiale.
Ne emerge un portafoglio iniziale a distribuzione 40/60, con un rischio valuta che coinvolge esattamente metà della quota obbligazionaria del portafoglio (ed un pò più di quella azionaria, ma lì incide a mio avviso di meno, parlando di dollaro). Ovviamente non è conforme alle regole UCITS e simulare un accumulo su un Nasdaq a Leva è più uno sfizio che una strategia d’investimento adeguata ad un investitore-tipo (gli strumenti a leva si sono dimostrati su quasi tutti gli asset poco efficienti per un buy&hold e anche per un value averaging), ma parliamo sempre di “Simulazioni di Portafogli Giocattolo” a scopo di formazione e analisi.
Aggiungo l’orizzonte temporale: Sisifo è simulato per orizzonte 6 anni, o meglio 10 rendiconti ogni 7 mesi (quindi a fine 2026), tuttavia può subire una chiusura anticipata dopo 3 anni (se il risultato fosse particolarmente baciato dalla fortuna dei mercati) oppure può posticiparla a 9 anni (se gli asset fossero provati da una sfortunata congiuntura poco prima della scadenza).
Infine, qualora per qualche motivo il Lyxor Leveraged Nasdaq non fosse più disponibile, mi riservo l’accumulo su un asset simile (es. un S&P500 a leva).
La prima conta delle fatiche di Sisifo è prevista a inizio autunno, in settembre.
P.C. 23/02/2021

8 commenti su “SISIFO: un portafoglio bilanciato a distribuzione Leverage Growth”

  1. Ciao Bow, portafoglio e strategia sempre interessanti come tuo solito.

    Se posso permettermi, non è un po' troppo esposto al rischio cambio?

    Senza stravolgerne logica e struttura, secondo te potrebbe avrebbe senso sostituire VHYL con EUDV (tenendo presente che la contropartita al minor rischio cambio è la concentrazione su una 40na di azioni in euro anzichè oltre 1.600 aziende globali)?

    Oppure con EQLTD (in questo caso oltre ad una relativa concentrazione avremmo anche un etf di dimensioni e volumi di scambio significativamente inferiori)?

  2. Sì è obiettivamente significativa l'esposizione al dollaro, nei limiti massimi di accettabilità per un bilanciato 60/40 secondo me. Non volevo utilizzare un indice troppo "Value" e "Dividend" come l'Aristocrat per evitare di tornare sui soliti modelli Value contrapposto a Growth che già abbiamo in Demetra, Deucalione, Leonida etc… Sisifo è un pò ispirato a Damocle, una versione molto più dinamica, diciamo.

  3. Anche… sono sempre toy-model, mi piaceva abbinare anche strumenti diversi al classico paniere di ETF. Nella realtà comunque esistono anche le preferenze individuali e molte persone preferirebbero singoli bond a 100% fondi 😉

  4. Si vero che come insegni sempre tu, si avrebbe uno strumento più efficiente fiscalmente utilizzando il treasury

  5. Diciamo che in generale se tanto un ETF investe solo in treasury bond non è che abbia quelle virtù di diversificazione e bilanciamento del rischio controparte solitamente proprie degli ETF

  6. Continuo ad approfittare…
    Diciamo che al cambio e prezzo attuale, con circa 10000€ ho controvalore futuro a rimborso di 12000$. Negli anni ottengo il 2%/anno di cedole.
    Quindi al momento la scommessa è che il dollaro recuperi su euro e che i tassi non aumentino tanto da "mangiare" il possibile guadagno col cambio e/o il vantaggio di avere preso il titolo sotto la pari

    Ragiono correttamente?

  7. Certo, quando si compra un'obbligazione in valuta è il rischio valuta che la rende potenzialmente molto rischiosa e redditizia. Parlando di dollaro, che ha una storia di valuta forte con fasi cicliche di rafforzamento ed indebolimento verso l'euro, l'utilizzo di un bond lungo offre una ragionevole confidenza di attraversare una fase almeno di gain rispetto al controvalore investito. Il rischio a medio-breve termine invece è significativo (se il dollaro scende del 20% e l'obbligazione scade è finita…).

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