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DAVID: un portafoglio a strategia ribassista

Last Updated on 27/07/2024 by bowman

La situazione dei mercati del 2020 ha visto una crescita molto forte della volatilità, al contempo in questa fase i mercati appaiono in forte recupero dopo un decennio di crescita sostenuta da strategie molto accomodanti delle banche centrali.

Mentre queste politiche si sono fatte ancora più potenti nel corso della crisi Covid, l’andamento dei mercati, in forte recupero, è oggi disallineato da quello dell’economia reale. Spesso i mercati anticipano l’economia e quindi un forte recupero economico, ed una crescita delle quotazioni dei mercati sostenute da tassi d’interessi bassi e da bassa inflazione è probabile, una crescita che non vale probabilmente la perdita perdere stando fermi sul conto corrente.

D’altra parte però alcuni indicatori si sono decorrelati in maniera anomala, ho già parlato della forte divergenza tra i settori “Growth” (in primis tecnologici e settori favoriti dallo ‘stay at home’ da lockdown pandemico) e i settori “Value” (soprattutto energetici, immobiliare, viaggi e turismo devastati dall’improvviso blocco). Quindi alcune strategie su questa decorrelazione le ho già valutate.

Ma se volessi costruire una strategia che cercasse di sfruttare un potenziale ‘crollo’, senza rimanere però completamente fuori dal mercato? Prudente quindi, ma con progressivo investimento condizionale.

Dopotutto aluni indicatori economici (che probabilmente lasciano il tempo che trovano, ma aiutano a leggere la situazione) descrivono una situazione dei mercati simile a quella immediatamente precedente alla bolla del Dot Com, ad esempio il cosiddetto “Indice di Buffett” già dal 2019 e ancora di più oggi segnala una situazione simile alla bolla di vent’anni fa per il mercato statunitense.

Da questa valutazione nasce il portafoglio DAVID. Come il biblico eroe con la fionda che colse la sua occasione contro il ‘gigante’ Golia, questo portafoglio fissa delle soglie progressive crescenti di ingresso nei mercati finanziari in caso di scostamento forte dai prezzi di carico, stabilisce un investimento progressivo (PAC o “Value Averaging”) altrimenti.

Sebbene la strategia sia piuttosto semplice e può ispirare metodi con pochi ETF, David -che è un portafoglio esempio, non un modello o un suggerimento d’investimento-, è piuttosto complesso, questo perché ci aiuterà a ‘mappare’ il funzionamento della strategia ed a comprenderla.

Il Portafoglio, come DEMETRA (che si basava invece sulla contrapposizione Value/Growth) è diviso in 5 sotto-portafogli.

Il Portafoglio CORE:

E’ la base del nostro portafoglio, 4 ETF a distribuzione (gli unici che alimenteranno con i dividendi la riserva di liquidità) su cui in ogni caso ad ogni rendiconto periodico è previsto un investimento progressivo (PAC) di 1000 euro. Si basano sull’azionario MSCI World, e su 4 azionari piuttosto ‘dinamici’: titoli stato USA (quindi valuta dollaro), obbligazionario high yield (quindi alto rischio credito) e obbligazionario paesi emergenti.

Sono fissate delle soglie x2 x3 e “ALL IN” ed un “Massimo Investibile”. Laddove durante una revisione periodica il prezzo attuale dell’investimento fosse al di sotto di una di queste soglie:

x2 –> L’investimento periodico sarà raddoppiato a 2000 euro

x3 –> L’investimento sarà triplicato a 3000 euro

ALL IN –> tutta la differenza tra il valore attualmente investito e la soglia “Massimo Investibile” viene investita, finché c’è liquidità disponibile.

Il Portafoglio Diversificato:

Questa seconda parte del portafoglio è composta da indici diversificati, che vanno su mercati diversi di notevoli dimensioni. Laddove ci fosse ancora liquidità disponibile DOPO aver lavorato il portafoglio CORE si confronterà per ogni ETF (questi sono tutti ad accumulo) il valore attuale con le sue soglie. Il PAC non è automatico come nel primo caso, ma esiste anche una soglia x1: il PAC di 1000 euro viene effettuato SOLO se il prezzo attuale è sceso almeno a tale livello.

Il Portafoglio Settori/Zone/Strategie:

Questo terzo portafoglio viene lavorato dopo il precedente. Funziona allo stesso modo, ma è composto da ETF settoriali, con particolari strategie o focalizzati in alcune zone a volatilità storicamente più alta degli indici più diversificati.

Il Portafoglio MegaTrend:

Questo quarto portafoglio viene lavorato dopo il precedente, e contiene degli ETF tematici ancora più volatili, che strizzano l’occhio alla metodologia ‘MegaTrend’. La differenza tra questo portafoglio e i precedenti è che la base di investimento per asset non è 1000 euro ma di 500.

Il Portafoglio a Leva Finanziaria:

Qualora ci fosse ancora liquidità disponibile e vi fossero forti oscillazioni si lavorerà anche questo insieme di 3 ETF particolarmente volatili, a leva, che puntano a cogliere particolari “picchi”.

Come funziona il “Massimo Investibile”: ogni ETF ha un suo massimo rispetto al portafoglio totale. Nel caso durante una revisione si fosse superato tale massimo le quote in eccesso andranno disinvestite alimentando la liquidità disponibile. Nel caso in cui si dovesse investire una quota che porterebbe il controvalore investito oltre il massimo si investirà solo quanto necessario ad arrivare al massimo.


REVISIONI PERIODICHE:

Il portafoglio ha senso, per cogliere eventuali “flash crash” stile 2020, se il controllo viene effettuato con una certa frequenza. Quindi la revisione è fissata un mese sì ed un mese no, finché la soglia della liquidità è superiore al 10%.

Qualora il bacino di liquidità scendesse sotto questa soglia lasceremo “lavorare” il portafoglio per 10 mesi.

L’orizzonte temporale è fissato a 6 anni (fino a fine novembre 2026). Eventualmente prorogabile di 2 anni nel caso in cui lo scenario fosse avverso (esempio se ci fosse stato un crollo poco prima del termine).

La situazione iniziale di DAVID appare essere la seguente:

La prima revisione è prevista a fine gennaio 2021.

P.C. 28.11.2020

9 commenti su “DAVID: un portafoglio a strategia ribassista”

  1. Ciao Bow !

    Ho letto con interesse il tuo ultimo post su David.

    Non mi è chiara la successione degli investmento tra i vari portafogli, io ha capito così ….correggimi se sbaglio:

    Si inizia con CORE, con investimenti mensili a volumi crescenti a seconda delle soglie di ribasso.
    Finchè non si raggiunge il Massimo Investibile (circa 165KE) si investe solo su quello.

    Poi si passa a Diversificato, con lo stesso criterio. E cosiì via.

    Quindi finchè non ho raggiunto il Massimo Investibile su Core non investo nulla negli altri portafogli, anche se scendono sotto le varie soglie. E così via per gli altri.

    Ciao grazie Giovanni

    ,

  2. Mi sono spiegato male.
    Su DAVID nei 4 ETF del portafoglio "core" si mettono 1000 euro a revisione periodica comunque. x2, x3 o ALL IN se quegli asset sono scesi sotto la soglia rispettiva in quel momento.
    Se rimane liquidità disponibile (immaginiamo un crollo dei mercati che abbia obbligato a fare ALL IN in tutti e 4 gli ETF lasciando zero liquidità), si passa nella stessa revisione al secondo portafoglio.
    Lì non c'è PAC "automatico" si mettono 1000 euro se il prezzo del singolo ETF è sceso sotto la soglia x1, 2000 sotto soglia x2, 3000 sotto soglia x3 e ALL IN fino al massimo investibile nell'ultimo caso…
    Se fatto questo c'è ancora liquidità disponibile si passa al portafoglio Settori/Zone/Strategie: stessa cosa.
    Se c'è ancora liquidità disponibile si passa ai tematici, qui attenzione che il taglio dell'EVENTUALE PAC è 500/1000/1500.
    In ultimo ci sono (se c'è ancora liquidità) i Leveraged, anche questi in taglio da 500.

    Alla fine della revisione quanta liquidità è rimasta? Se è sotto il 10% la revisione successiva si fa dopo 10 mesi, altrimenti si continua un mese sì ed un mese no.

    Come vediamo questo portafoglio va ad intercettare delle oscillazioni forti sui leveraged, tematici e settoriali in maniera secondaria a crolli "generalizzati" (che avrebbero probabilmente già aspirato tutta la liquidità).

    Le soglie oltretutto sono indicizzate al prezzo medio di carico… che ovviamente dopo un Value Averaging (investimento successivo) si abbassano, quindi serve proprio ad intercettare dei picchi di ribasso.

    E se poi il mercato si riprende? Se qualche singolo asset supera il suo Massimo Investibile (pensiamo a quelli a Leva) la parte eccedente diventa nuova liquidità che ri-alimenta il circuito.

    E' un sistema di Stock Picking su ETF basato su soglie d'ingresso che scattano per forte volatilità negativa nel periodo.

    Il difetto è che potenzialmente potrebbe comportare discreti costi di transazione (io considero sempre 5 euro per acquisto/vendita di ETF).

    Se invece il mercato per dire è "fermo" o sempre in crescita nessuna soglia d'ingresso si attiverà, e quindi semplicemente si tratta in un PAC di 4 ETF da 1000 euro a bimestre finché non resta meno del 10% di liquidità.

  3. Strategia chiara. Direi un buon modo per darsi una disciplina. Scegliere un piano di investimento e seguirlo senza se e senza ma, decidendo a priori come agire a seconda di determinati scenari.
    Vorrei capire il portafoglio Core…per l'azionario tutti d'accordo si va sul World (in alternativa al Ftse all world penserei oppure hai volutamente voluto lasciare extra gli emergenti?) ma per obbligazionario? La scelta del High Yeld Euro è data dalla ricerca di dividendi?

  4. La scelta è data da due aspetti:
    1- In un'ipotesi di mercati continuamente positivi per 6 anni (quindi diciamo che oggi siamo ad un minimo, e quindi non scatterà nessuna "soglia") il portafoglio si trasforma in un PAC su 4 ETF. Non ho giudicato sensato, in quell'ipotesi, andare su ETF difensivi, ed ho scelto anche nell'obbligazionario cose piuttosto dinamiche, anche se decorrelate. Per il governativo ho preso rischio dollaro (T-Bond), per gli obbligazionari dinamici High Yield e Emerging Markets e per l'azionario il classico MSCI World. L'altro aspetto interessante è che sono indici con uno storico abbastanza lungo (quel MSCI World è sul mercato da tanto) per poi fare stime/valutazioni.
    2- L'altra "necessità" è la distribuzione. Il portafoglio ha orizzonte temporale 6 anni… ipotizziamo che ci aspetta un 2021 simile al 2019: tutto in salita grazie a banche centrali accomodanti ed uscita dalla recessione mondiale. Nessuna 'soglia' scatta e rimane un PAC sui 4 ETF "Core"… a quel punto se non c'è poi un crollo essendo le soglie basate su un PMC basso probabilmente potrebbe continuare essenzialmente il semplice PAC per 1-2 anni. Arriviamo al 2024-2025, vicini a fine portafoglio ed arriva un ipotetico crollo… non c'è più liquidità! Invece avendo investito in ETF a distribuzione abbastanza 'elevata' un bancino di liquidità per sorprese nella seconda parte dell'orizzonte temporale dovrei averla.

    Non è un'asset allocation bilanciatissima… ma il Value Averaging (entrata progressiva mediando i prezzi di carico) e l'opportunismo ribassista dovrebbe 'calmierare' da sé il rischio di portafoglio. Ovvio che non è uno scenario positivo in qualsiasi ipotesi di mercato… un doppio crollo potrebbe farci entrare pesantemente e poi 'punirci' in un secondo momento. Ma staremmo comunque meglio di chi ha fatto ALL IN oggi.

  5. Ciao Bow, grazie per i chiarimenti.
    Avrei ancora 2 osservazioni:
    1)Se si dispone di liquidità aggiuntiva – ad esempio se adesso si è molto liquidi e si intendesse destinare come obiettivo massimo del David solo il 50%-60% della propria liquidità – avrebbe senso sostituire gli ETF del COre a distribuzione con equivalenti ad accumulo ?
    2) Sepre riguardo al core, avrebbbe senso fare un vaue averaging anzichè un PAC ?
    Ciao grazie

  6. Certo, assolutamente sì, David è un portafoglio simulato tanto per fare capire la strategia. Essenzialmente negli ETF "core" puoi mettere qualsiasi ETF dove, comunque, accumulerai a prescindere anche se i mercati vanno alla grande, ha senso globali diversificati e possibilmente che se crolla il mercato al sesto anno non vadano automaticamente giù a piombo pur rimanendo un po' volatili (io ne uso 3 obbligazionari su 4… roba che te tendenzialmente "cresce"). Poi nel resto del portafoglio quello che ti piace di più, io li ho divisi per livello di 'nicchia': classici mercati da asset allocation (Giappone, emergenti, small cap etc..), settoriali/strategici (Momentum, Value, NASDAQ), tematici di nicchia (acqua, tecnologia, immobili, energia) e proprio alla fine come ciliegina anche quelli a Leva.

  7. Grazie !
    Ultima osservazione, poi non ti perseguito più.
    Nei vari portafogli il 'massimo investibile' per ciascun ETF è differente, ad esempio nel 'Core' il primo ETF ha importo massimo due volte e mezzo superiore agli altri.
    Quindi se l'importo PAC periodico è identico il primo raggiungerebbe il massimo molto dopo degli altri ….
    E' così che intendevi procedere ? Oppure l'importo periodico va dimensionato in modo proporzionale al 'massimo investibile' di ciascun ETF, così da sincronizzarli ?
    Ciao grazie

  8. Oltre al portafoglio "core" (che deve avere massimo investibile alto perché anche con mercato in crescita è previsto accumulo) hanno massimo investibile alto: MSCI Europe, S&P500, MSCI Emerging Markets, Euro Corporate Bond, Global Sovereign, Physical Gold. Questo portafoglio non ha una asset allocation determinata, questa la 'decideranno' i ribassi di mercato. E' ovvio che una struttura di asset allocation è data dai massimi investibili: li ho innalzati in quegli asset 'maestri' del classico portafoglio diversificato, Europa, USA, Emergenti, Obbligazioni Societarie, Titoli di Stato e Oro. Ci sarà più spazio per un ampio collocamento di questi rispetto agli altri, mentre esistono delle limitazioni per settoriali, tematici e settori un pò secondario dove non vorrei che si concentrasse troppo il portafoglio (insomma evitare 45% di Giappone). Un pochino più di spazio lo hanno gli asset a leva, anche se lì l'acquisto scatta per crolli davvero imponenti, perché l'effetto moltiplicatore della leva, in caso di "rimbalzo" così ha più spazio di crescita.

  9. Un altro modo di vedere questo tipo di strategia potrebbe essere quello di entrare con il portafoglio Core e Diversificato, mentre con gli altri:

    1 – entrare al verificarsi delle soglie X1 X2 ecc

    2 – entrare solo sugli strumenti che ad 1 anno sono in perdita, ad esempio il World Value che è stato fortemente penalizzato. In questo modo si prova a prendere un rimbalzo.

    Quindi si andrebbe a ridurre il portafoglio iniziale nel complesso risparmiando della liquidità da usare al momento. Il contro della medaglia è che se il mercato parte a mille, rimango fuori da molti strumenti.

    Sicuramente un portafoglio non banale e aperto a mille ragionamenti

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