Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Dopo l’esperienza di Deucalione non ho smesso di interrogarmi sul come affrontare la tematica della distribuzione (voglio la cedola!) nell’epoca dei tassi zero o negativi.
Deucalione risolve il problema rivolgendosi ampiamente all’azionario, 4 quinti del portafoglio sono investiti in asset azionari. I manuali di finanza (vedremo se ci sarà una massiccia riscrittura per quando la bolla sui tassi giungerà a termine!) ci insegnano però che i titoli di stato e l’obbligazionario, i cui asset hanno una ciclicità legata alle maturity ed alle duration dei titoli in cui investono, sono soggetti ad una minore volatilità, minori oscillazioni che incorporano minore rischio.
Il tentativo di cercare la distribuzione come in Deucalione, ma farlo ampliando l’obbligazionario con le attuali quotazioni di ‘entrata’ per l’obbligazionario diventa una sfida, la sfida diventa temeraria laddove andiamo anche a contenere il rischio valuta.
Da questi interrogativi nasce una mia nuova simulazione: Annibale.
Se Deucalione rappresenta il Mosè classico, salvatore dell’umanità, Annibale deve solo scortare i suoi elefanti attraverso le Alpi. Sfida meno assoluta, ma non per questo elementare.
Partiamo dai vincoli: Annibale è un portafoglio a Pesi Fissi basato su un’asset allocation al 30% azionaria ed al 70% obbligazionaria, dotata di un’esposizione del 30% alle più disparate valute ed al 70% all’euro o in investimenti con hedging sull’euro.
L’asset allocation che ho scelto è considerata più prudente di Deucalione, e lo considero quindi un portafoglio a rischio ‘Medio’ (parlare di basso rischio di questi tempi non è facile purtroppo…). Ovviamente il rischio si lima con l’orizzonte temporale e assegno a Annibale un orizzonte temporale medio-lungo di 8 anni: fino a metà settembre del 2027.
Asset Allocation:
40% Titoli di Stato o Obbligazioni Sovranazionali
15% Obbligazioni Corporate
15% Azionario Europeo
9% Azionario USA/Nord America
9% Obbligazionario Alto Rischio/Rendimento
6% Obbligazionario di Paesi Emergenti
6% Azionario Settoriale/Tematico (ho scelto il Real Estate)
Il 9 settembre 2019 il tema per me più difficile da affrontare è quello dei Titoli di Stato e dell’Obbligazionario Corporate. Vorrei abbinare ai classici ETF (se fosse un portafoglio più avanzato andrei a cercare anche ETC, Certificati e strumenti più complessi, ma voglio riservare per Annibale strumenti privi di complessità) dei titoli obbligazionari, possibilmente sotto la pari, per fornirgli efficienza fiscale (vendendo sopra la pari un’obbligazione e sotto la pari un ipotetico ETF che voglio switchare o togliere compenserei la minus!). Il problema è che non se ne trovano facilmente.
Ho quindi deciso di ‘giocarmi’ quel jolly del 30% di investimenti in valuta estera su questi due asset: Obbligazioni e Titoli di Stato, comprandone di più redditizie, ma in valute speculative rispetto all’euro. Qualcuna di queste valute forse si svaluterà (forse… dato i tassi bassissimi che tiene la BCE), ma è lecito sperare che qualcuna si apprezzerà, dandoci gli strumenti per dare valore al portafoglio ed efficienza fiscale.
Aggiungo un ulteriore livello si raffinatezza: queste obbligazioni inserite in valuta nel portafoglio hanno tutte scadenza inferiore all’orizzonte temporale. Perché? Attenzione: si tratta di un PAC inverso in valuta estera. Vado a combinare il rischio/opportunità valutaria, con dei pacchetti di liquidità che alla scadenza (o in caso di estreme opportunità al disinvestimento) si renderanno disponibili per entrare su asset in euro (es. titoli di stato italiani ed europei) che potrebbero essere usciti da questa bolla di tassi ed essere quindi, al momento della scadenza, più redditizi!
Lo so: se abbino alla parte più ‘stabile’ del portafoglio un elemento di volatilità come l’investimento in valuta e lo concentro lì, l’effetto mitigatore delle fluttuazioni di volatilità va a farsi benedire. E’ anche vero che l’hedging mi riduce il rischio valutario nell’azionario ed è anche vero che un asset allocation 30/70 a 8 anni dovrebbe essere ”prudente” piuttosto che ”intermedia” come rischio, per questo do ad Annibale un rischio ”medio”.
Le obbligazioni che vado ad inserire in portafoglio ovviamente le scelto di enti sovranazionali (con fiscalità da titolo di stato) come World Bank e European Investment Bank, oppure grandi istituti di credito (Mediobanca, BNP).
Le valute scelte rappresentano i continenti, così la teoria delle macro-aree di influenza valutaria cerchiamo di aggirarla il più possibile. La speranza è che si rivelino valute molto svalutate. Scelgo valute anche se non importantissime che hanno politiche dei tassi meno allineate possibile con l’euro, per diversificare (es. la Corona Norvegese che nel 2019 è l’unico paese della periferia europea ad aver alzato i tassi):
Europa: Corona Norvegese (NOK)
Sud America: Pesos Messicano (MXN)
Nord America: Dollaro (USD)
Sud Africa: Rand Sudafricano (ZAR)
Oceania: Dollaro Australiano (AUD)
Asia: Rupia Indonesiana (IDR)
Regno Unito (che ormai va da sé): Sterlina (GBP)
Per compensare questa esposizione valutaria ho dovuto escludere dal portafoglio alcune asset class come l’azionario emergente o l’azionario del pacifico/oriente, che avrebbero incrementato ancora di più il rischio valuta, rendendomi impossibile contenerlo entro il 30% senza sacrificare la redditività.
Azionario Internazionale [66% Usa e Nord America, 8% Giappone, 26% europa]:
Azionario Europa:
363 quote di ETF iShares Stoxx Europe 600 (DE0002635307) sottoscritte per 38,5 a euro 13975,5 euro
390 quote in DE0002635307 iShares Stoxx Europe 600 (pagate 38,5 per 15015)
550 quote in IE00B1W57M07 iShares BRIC 50 (pagate 27,37 per 15053,5)
500 quote in IE00BZ163K21 Vanguard USD Corporate Bond (pagate 49,92 per 24960)
260 quote in IE00B9M6RS56 iShares JPM USD Emerging Bond Euro Hedged (pagate 96,35 per 25051)
Questo portafoglio semplice semplice (Sx2), è un bilanciato perfetto: 50% azionario 50% obbligazionario
E’ piuttosto dinamico, dato che l’obbligazionario è al 50% in dollari (rischio valuta) ed il 50% in titoli di stato emergenti (rischio mercato). Però controbilancia come andamento l’azionario.
Il titolo UBS è l’unico MSCI World che ha 1600 titoli azionari dietro a replica fisica, il rischio c’è, ma pure diversificazione e qualità: se scende io aspetterei sereno il corso dei mercati.
Il titolo Stoxx Europe è il più diversificato europe (secondo me) con 600 azioni sia di piccola, media e alta capitalizzazione. Si espone per un 25% al Regno Unito, l’alternativa è utilizzare il LU0846194776 xTrackers MSCI EMU Index per evitare il regno unito, ma in questa asset allocation abbiamo un 4,75% scarso di UK ed ho deciso di lasciarcelo data la sua rilevanza nella riccezza mondiale è circa del 4%.
Il titolo dei paesi emergenti invece è meno diversificato e più ‘massiccio’: il BRIC rappresenta le 50 aziende più grandi tra Cina, Russia, India e Brasile.
Gli obbligazionari sono: Vanguard che investe in obbligazioni in dollari di grandi aziende, il iShares che investe in titoli di stato di paesi emergenti con protezione di valuta sull’euro.
Quindi grossomodo 60% è a rischio valuta e 40% no (parecchio… ma è un portafoglio di lungo termine).
Oltretutto assicura cedoline ogni mese.
Per incrementare risparmio/cedoline inoltre è inoltre facile fare versamenti successivi sul portafoglio.
P.C. 9 settembre 2019
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