Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Approfitto di una domanda che mi è stata fatta per condividere alcune informazioni che fanno capire come alcuni indici (e quindi ETF e Fondi che ne replicano/seguono le strategie) siano costruiti seguendo tecniche e criteri che dovrebbero cercare indirettamente di limare alcuni ”rischi” o caratteristiche del mercato.
Questo è anche quello che, a mio avviso, dovrebbe fare un buon gestore/consulente con le sue strategie.
Un esempio è il recente prodotto di Vanguard: il Global Aggregate Bond (IE00BG47KH54).
Apparentemente è un ‘classico’ Global Aggregate Bond con Hedging (spiego: investe in obbligazioni, sia societarie che emesse da enti pubblici o para statali, che da banche centrali ed organi sovranazionali, che da governi, di tutto il mondo, con una ‘assicurazione’ nei confronti dell’euro, dato che qui la valuta forte è ovviamente il dollaro).
La differenza (davvero minima) dai prodotti equivalenti di altre case (es. iShares) è che replica un sotto indice del celebre Bloomberg Global Aggregate Bond, l’indice ‘float adjusted and scaled’.
E che vuol dire?
Entriamo qui nell’annoso problema delle manovre delle banche centrali e delle strategie per immettere liquidità sui mercati finanziari.
Non tutte le obbligazioni di questi enormi indici (che coprono oltre 20mila emissioni obbligazionarie di tutti i tipi e di tutto il mondo) sono regolarmente scambiate sul mercato.
Alcune sono in possesso delle Banche Centrali dei paesi che le hanno emesse (o in caso molto più raro riacquistate dalle aziende che le hanno emesse).
Che manovra è ricomprarsi il proprio debito?
Ovviamente è una manovra fittizia, estremamente comune nei paesi molto indebitati (sul caso italiano c’è una vasta letteratura, basta leggersi cosa accadde all’inflazione quando ci fu il celebre ‘divorzio’ tra ministero del tesoro e banca d’Italia negli anni ’80) che serve a creare base monetaria.
Alcuni economisti semplicisti si sono venduti l’idea ‘semplice’ di abbattere il debito pubblico semplicemente ‘annullando’ le obbligazioni auto-detenute. Ovviamente è una manovra che riduce quello spazio di manovra dell’economia nota come ‘base monetaria’ e non comporta alcun vantaggio economico perché a saldo zero. Anzi, c’è il problema della disciplina: avere un debito nominale serve (purtroppo) ad imporre un certo rigore ai paesi (che devono avere comunque un flusso di cassa in uscita, anche se poi va nelle tasche della Banca Centrale).
Quindi è una manovra potenzialmente inflattiva e che ‘smaschera’ delle operazioni fatte in maniera chirurgica (non si spiega altrimenti i tassi dei bond governativi europei e l’inflazione che non esplode), insomma si getta la maschera sullo ‘stampar soldi’.
Dato che nell’epoca dei vari Quantiative Easing (prima Bank of Japan, poi sul bell’esempio BCE e FED) queste masse di debito auto-posseduto possono crescere, o diventare potenzialmente distorsive dell’economia (secondo alcuni, ma sono ipotesi economiche) ecco che escono gli indici floating adjusted: che rettificano non mettendo in indice le obbligazioni che stanno nei forzieri della FED (o della BCE, ma nel Global Aggregate c’entrano di più gli USA).
La conseguenza è una riponderazione di alcune obbligazioni (come i treasury bond e i titoli di stato Giapponesi) che scendono anche sensibilmente nell’indice (basta guardare nella scheda prodotto quanto indice nei normali aggregate il Giappone rispetto a quello di Vanguard).
Un inutile modo di complicarsi la vita?
Forse sì. Oltretutto si potrebbe mangiare molti dei ‘guadagni’ (fittizi) che fanno saltare i titoli governativi quando sbatte le ciglia il direttore della banca centrale… o forse è una strategia che si rivelerà utile se scoppia una bolla sui tassi.
C’è da dire che le proporzioni di queste rettifiche non credo che saranno sufficienti a proteggere il NAV del titolo da un cambio di direzione delle politiche sui tassi d’interesse.
P.C. 22.01.2020