Last Updated on 26/07/2024 by bowman
Il “fratello” aggressivo del più moderato ABELE, non può essere che CAINO. Perché un investimento a Lungo Termine ed aggressivo nel quarto trimestre del 2022?
Innanzitutto non si può ignorare quello che fonti Bloomberg ci consentono di visualizzare chiaramente in questo grafico:
L’anno 2022 si discosta dalle medie storiche per una discesa dell’azionario associata ad un relativo crollo dell’obbligazionario. Questo può spingere chi oggi ha 300mila euro da investire, e da preservare dall’inflazione nel lungo termine, ad assumere un approccio aggressivo, certo di assicurarsi prezzi d’ingresso competitivi rispetto a quelli di appena un anno fa. Questo senza ovviamente ignorare che i comportamenti passati del mercato non assicurano un simile andamento futuro e che lo scenario di un’uscita da tassi zero/negativi globali post pandemia è alquanto insolito nella storia dei mercati.
Una strategia aggressiva e di lungo termine, con masse sufficienti (simulo CAINO con 300mila euro iniziali), ci consente di diversificare non solo per mercati, ma anche su specifici settori dell’economia. Ho deciso di dedicare il 20% del capitale ricorrendo a
4 tipici settori che storicamente sono in grado di creare una capitalizzazione
composta superiore alla media nel lungo orizzonte temporale: il settore
dell’informatica (5%), quello dell’immobiliare (5%), quello finanziario (5%) e
quello industriale (5%). I settori hanno tra loro una buona decorrelazione sia come corso storico, sia soprattutto come natura dei propri fondamentali economici.
Un altro 12,5%/13% circa lo dedico alle Commodities, comprendenti oro e preziosi, grandi protagoniste del 2022 e forse non convenienti come prezzo attuale, tuttavia utili nella strategia di ribilanciamento tra ‘aree di portafoglio’ che ho in mente. Un portafoglio di lungo termine può ragionevolmente esporsi alle commodities.
Sia l’azionario che l’obbligazionario vengono diversificati (38,2% obbligazionario, 28,5% azionario) nell’obbligazionario 1/10 del portafoglio lo investo in obbligazioni societarie (in questa fase le ho scelte tedesche) prese sotto la pari: la ragione è cercare di dare efficienza fiscale con un pò di recupero di minusvalenze entro la scadenza in un portafoglio altrimenti composto tutto di ETF inefficienti fiscalmente.
Nell’obbligazionario notiamo che sono scelti asset speculativi, adeguati a comporre una capitalizzazione di lungo termine: high yield, obbligazioni di paesi emergenti, titoli di Stato a lunga scadenza, obbligazioni inflation-linked dalla duration non breve.
Allo stesso modo nell’azionario trovo spazio anche per una quota in aziende a piccola capitalizzazione ed asset ‘growth’.
Il risultato finale di CAINO è il seguente:
Caino è un portafoglio 62/38 ed un orizzonte temporale lungo, di almeno 9 anni (teoricamente prolungabile, data l’asset allocation concepita per lunghi termini).
Ogni 9 mesi, effettuerò una revisione/ribilanciamento.
Il ribilanciamento si occuperà di:
1- Riportare sempre al 20% l’azionario settoriale (con una tolleranza del 10%… quindi tra il 18 ed il 22).
2- Riportare tra il 12,5% ed il 13,5% le commodities
3- Riportare a 60/40 il rapporto capitale di rischio/capitale di debito con una tolleranza del 5% (quindi dal 57% al 63% di azionario non c’è bisogno di ribilanciamento.
Il primo ribilanciamento di CAINO è atteso per metà luglio 2023.
P.C. 16/10/22
Perché l'Invesco anzichè IE00B58HMN42?
Si riduce il rischio valutario evitando di comprare in dollaro ai massimi e (forse) è un po' più efficiente nei contratti
Come titolo sulle Commodities quello su UBS è una validissima alternativa, anche ben ingegnerizzato con molte finezze per essere un ETF che investe in un portafoglio di derivati. Il problema è che in Caino (per semplicità, già sono molti titoli) non ho fatto un pacchetto di singole commodities e secondo me è adeguata una esposizione ai metalli preziosi, di pregio valutario diciamo, superiore a gas, oil etc… Nel CMCI Composite abbiamo 6,7% in preziosi (incluse addirittura pietre preziose), mentre nel Bloomberg (Invesco) circa il triplo, con una significativa componente di oro fisico. L'impatto valutario nel trading ha un peso, ma nel lungo termine, si commodities, di fronte ad una missione anti-inflattiva, ritengo sia relativo.
Ciao Bow, articolo molto interessante, e viste le particolari considerazioni macro (uscita da un periodo di tassi bassi) come cambierebbe il portafogli per disponibilità molto inferiori (nell'ordine di 50k)?
Buongiorno Bowman,
innanzitutto complimenti come sempre seguo con piacere tutti i tuoi articoli, in qualità e quantità di contenuti legati in rete non si può trovare di meglio, il tuo forum è veramente un tesoro! Vorrei porti una esercizio/quesito, se vorrai essere gentile da rispondermi: nell'ottica di ricercare la massima semplicità e contenimento massimo dei costi, ipotizza di dover costruire un portafoglio con obiettivo la crescita del capitale, all'interno dello stesso però possono essere contenuti solo 3 strumenti (+ liquidità), una durata 15 anni prorogabile di altri 5, capitale iniziale 100k più contributi mensili (1k) quali strumenti useresti e perché? (nel caso tu abbia già fatto un portafoglio modello di questo tipo, perdonami ma non l'ho trovato se me lo indichi vado ad approfondire) Grazie ancora e continua così!
@Lanci: sebbene molti 'consulenti' suggeriscano di mantenere sempre un orizzonte d'investimento lungo, anzi lunghissimo (anche perché così si assicurano un lunghissimo management fee), nella realtà per il risparmiatore medio mantenere orizzonti particolarmente lunghi è più difficile/stressante che sulla carta. 15 anni per me sono un orizzonte d'investimento molto lungo per un risparmiatore (non per un fondo pensione, per dire), e l'obiettivo da te enunciato di "crescita" è facilmente raggiunto con molte asset allocation, già un bilanciato 50/50 tra Lyxor MSCI World e Lyxor Euro Government Bond 3-5 dal maggio 2007 all'ottobre 2022 (e ci siamo presi dentro crollo 2008, crisi sovrana 2011, bear market 2018, covid 2020 e bear market 2022) avrebbe riportato una crescita del capitale superiore all'80% (oltre a 17800 euro di dividendi dal MSCI World che è a distribuzione). Questo affrontando drawdown massimi del 21% con la crisi del 2008 e del 17% con i ribassi del 2022. Mi gioco le scarpe che chiunque sia entrato in portafogli 50-50 con promotori e prodotti retail vari già è difficile che stia rivendendo i suoi soldi del 2007 (dopo 15 anni d'inflazione).
Detto ciò (volevo far capire che su un 15 anni è 'facile' teorizzare crescita) vado ad ipotizzare che la tua richiesta sia per qualcosa di 'aggressivo'/'rischioso' con l'obiettivo di cercare di battere gli indici più importanti di mercato (es. il banale ma non troppo MSCI World) sulla crescita a 15 anni. Ovviamente volendo avere solo 3 strumenti bisognerebbe prenderli internamente diversificati, già fare azionario Europa+USA+Pacifico (oltre ad una ridondanza con MSCI World) ha dei suoi rischi specifici e 'storici' sull'evoluzione a lungo termine di questi mercati. Un'allocazione 80/20 come quella di un LifeStrategy 80 (quello aggressivo) ha storicamente riportato ottimi risultati su tali lunghe distanze ed il ribilanciamento 'automatico' tra asset decorrelati come azionario globale e obbligazionario con copertura valutaria contribuisce all'efficienza finanziaria (sharpe ratio) senza compromettere troppo, su questa asset allocation, un rendimento 'spinto'. A questo, volendo scegliere altri due strumenti globali (che per diversificazione, liquidità e soprattutto per costi, che sono ASSOLUTAMENTE TOSSICI sulle brevi distanze anche se teoricamente sopportabili sulle corte se si imbecca il trend giusto, non possono non essere ETF), si può guardare con attenzione ad esempio ad un World Large Cap 'Momentum' come asset 'growth' (la strategia che segue il momento di mercato è rischiosa ed inefficiente nel medio-breve e sul locale poiché teme molto le 'bolle', ma sul lungo globale riesce a generare rendimento aggiuntivo probabilmente intercettando le grandi aziende più competitive) e per diversificare rimanendo su azionario e dinamico, sul mercato globale small cap (world small cap). Le 'piccole aziende' (marginalizzate dagli altri 2 ETF, quindi non ci sono molte sovrapposizioni) estremamente volatili nel breve, come indice di lungo hanno tassi di crescita un pò superiori al mercato, a prezzo solitamente di inefficienza come rapporto rischio/rendimento. Trovati gli ingredienti poi la ricetta si dosa con facilità: se vuoi un 90% azionario e 10% obbligazionario andare 50% sull'80/20, 25% sul world momentum e 25% sul world small cap è già un'impostazione aggressiva ad alta crescita, se invece ci si vuole tenere ad esempio su 85% di azionario e 15% di bond basta fare 75% di 80/20 e 1/8 dei due ETF aggressivi Momentum e Small Cap. Per darti due numeri la prima ipotesi di un simile portafoglio (90/10) avrebbe riportato un +67% da ottobre 2015 a ottobre 2022 (nonostante un quasi -20 di quest'anno ed un quasi -30 durante il picco 2020!!), mentre la seconda allocazione (85/10) nello stesso periodo si attesta ad un +68% con una flessione molto più lieve nel 2022. Spero di aver fatto degli esempi utili a capire il metodo/principio.
Grazie Bowman, cercavo degli strumenti per fare dei confronti sulla base di quanto mi hai scritto, x il large cap momentum ritieni sia adatto l'etf XDEM ? mentre per il small cap world pensavo ad IUSN? (ho scelto strumenti senza dividendi per aumentare l'efficienza)
Sì, per replicare quegli indici mi sembrano assolutamente adatti. Poi non sono moltissimi i World Momentum e World Small Cap su borsa italiana ad accumulo. Scegliendo oltretutto titoli con centinaia di milioni di masse investite non dovrebbero esserci difficoltà di sorta a lavorare anche con ordini con limite di prezzo, PAC e strategie di ingresso graduale per numeri elevati di quote.