Last Updated on 26/07/2024 by bowman
Deucalione, il primo portafoglio simulato su questo Blog, raggiunge i 2 anni d’età.
Quando ho creato Deucalione, nell’estate del 2018, volevo creare un portafoglio tutt’altro che perfetto, ‘estremo’ nell’utilizzo di un gran numero di ETF (e utilizzando solo quelli rinunciare a qualsiasi efficienza fiscale) selezionando strumenti noti per la distribuzione del capitale, i vari ‘high dividend, value, gli obbligazionari a distribuzione’, per far capire cosa vuol dire navigare in acque agitate ma percepire comunque una rendita periodica e dover ribilanciare, quando possibile, in inefficienza fiscale.
Il 2020 si dimostra un ottimo test per Deucalione: una crisi caratterizzata non dallo scoppio di bolle speculative, da insicurezza internazionale e corsa ai beni rifugio o da crisi del credito e movimenti sui tassi, come quelle cui siamo stati abituati negli ultimi decenni, ma da uno shock esogeno all’economia e completamente globale come una pandemia.
Gli asset in cui investono (sicuramente con un’elevata concentrazione di rischio) gli ETF di Deucalione sono stati tra i più colpiti: gli indici ‘dividend’ non sono molto ‘smart’ e finiscono per concentrarsi su aziende il cui elevato rapporto dividendi/valore di mercato è spesso dato da settori merceologici specifici (pensiamo all’immobiliare, all’energetico, al finanziario) e in cui contribuisce la svalutazione del valore di mercato che fa finire le aziende nell’indice ‘dividend’ perché incrementa il rapporto dividendo/prezzo.
Una potenziale bomba su Deucalione.
Siamo sopravvissuti a questo shock? Soprattutto dopo un anno ‘florido’ per il nostro portafoglio come il 2019?
La situazione al 27 luglio 2020 è la seguente:
Solo 6 mesi fa Deucalione rappresentava, con la sua performance (certo favorita dall’andamento dei mercati nel 2019) l’ideale del rentier: capitale in crescita di una media quasi del 6% l’anno oltre a 2,6% NETTO di rendita distribuita.
Troppo bello ovviamente. Soprattutto in un’Europa senza inflazione o quasi dove un titolo di stato trentennale restituisce rendimenti miserabili.
Ovviamente tutto questo meraviglioso andamento si paga con il rischio. La concentrazione in ETF ‘dividend’ e ‘value’ a distribuzione ed un 60% circa di azionario rendono Deucalione un portafoglio rischioso.
Il rischio si esplica in 16000 euro di svalutazione del capitale in un semestre dopo una crisi come quella del 2020. Ovvero un -13,3% in conto capitale.
Tutto sommato, però, dall’iniziale investimento, Deucalione riporta oggi una flessione del -5,77% in conto capitale, significativa ma non apocalittica.
La buona notizia è che l’ipotetico investitore ha incassato 1252,5 euro di dividendi e cedole, pari al 1,21% semestrale netto.
Nel primo anno Deucalione ha distribuito 2842,468 euro di dividendi netti, nel secondo anno ne ha distribuiti 2672,78.
La performance “total return” in questo momento è negativa, ma è negativa di poco più di 800 euro. Dopo il Coronavirus avremmo senz’altro fatto meglio a non investire, due anni fa, ma ricordiamo pure che solo pochi mesi fa invece avremmo avuto un guadagno molto significativo. Investendo, nei momenti di difficoltà, saremo sempre soggetti a questi ragionamenti e ai ‘bias’ ad essi legati.
Vediamo anche che Deucalione ha fatto nell’ultimo semestre degli investimenti decisamente sbagliati: puntare sulle infrastrutture energetiche è stata una ‘piccola catastrofe’ che da sola è costata oltre un punto percentuale di perdita. La concentrazione sulla sterlina non ha aiutato. Gli ETF Value e Dividend sono senz’altro molto meno efficienti di indici più globali, anche se a dividendo (sto pensando ad esempio al Vanguard ACWI High Dividend, pur penalizzato anch’esso da questo 2020). Tuttavia, trattandosi di una simulazione, in Deucalione non cerco l’efficienza perfetta o il portafoglio modello su cui far investire (non posso fare consulenza sul Blog e non ne faccio), ma propongo una riflessione per far capire (ed eventualmente rassicurare, o fare formazione per rendersi conto delle problematiche comuni) cosa accade a quei portafogli pieni di titoli a distribuzione (qui ne abbiamo addirittura 30!) spesso ‘collezionati’ negli anni con l’obiettivo di assicurare una rendita.
In questo semestre, non positivo, ho le mani ingessate per fare operazioni su Deucalione. Sicuramente il +40% in titoli di stato USA ed il quasi -30% su vari indici ‘dividend’ fa comprendere l’estrema volatilità della situazione.
Ecco, il cassettista, con orizzonte temporale lungo e che sta incassando una rendita (anche se in questo semestre difficile Deucalione ha visto una marginale riduzione anche di quella) non può semplicemente farsi prendere dal panico e dall’euforia del momento. A differenza di altri portafogli, che sulla volatilità ‘lavorano’, da Pericle a Pan a Cyrano, con Deucalione abbiamo una propensione al rischio abbastanza Alta, ma non è un portafoglio Dinamico o opportunistico. Qui possiamo muoverci quando abbiamo lo spazio: nel 2019 c’era… nel 2020 no. Cambiando l’asset allocation o i titoli a portafoglio oggi andremmo a realizzare perdite non compensabili fiscalmente (quindi definitive) per colpa del mandato di ‘soli ETF’ del portafoglio ed andremmo a pagare tasse.
Deucalione deve sperare di fare ‘inerzia’ con la sua elevata diversificazione: ci sono ETF deludenti, che non ci piacciono, che vorremmo sostituire con altri, ma lo si farà non quando il mercato (che è incerto) è a sconto o sembra muoversi in direzioni prevedibili (es. i tecnologici!), ma quando il nostro portafoglio ci consente di non accollarci danni fiscali e costi certi.
Questo è intrinseco a questa strategia di gestione.
E se il mercato crolla di nuovo come a marzo?
Sicuramente gli asset di Deucalione hanno avuto un recupero negli ultimi 4 mesi molto inferiore ad altri settori merceologici (es. i tecnologici) quindi potremo augurarci che lo spazio di ulteriore svalutazione sia relativamente contenuto.
Sicuramente Deucalione è a -5,77% in conto capitale rispetto a 2 anni fa, con cedole incassate che riducono tale ‘perdita’ a -0,8%, quindi non è stato un distruttore di patrimoni.
Vedremo quindi dove la nostra ‘arca’ ci condurrà a gennaio del prossimo anno (non bisestile per fortuna!), intanto ci possiamo spendere i 1250 euro di questo semestre.
P.C. 28.07.2020
Ciao Bow, grazie per il post e per la riflessione sugli etf hi dividend. Io dopo alcune letture e qualche esperienza poco soddisfacente con gli etf azionari ad alto dividendo ho deciso di dedicare a questi etf non piu' del 10-15 % dell'intero portafoglio azionario. Diciamo che se il ptf azionario ammonta a circa 100 k, ed è composto principalmente da Vanguard FTSE all world, Euro stoxx 600 e Euro stoxx 50, tutti a distribuzione, gli etf hi dividend come lo Stoxx selected dividend di Ishares oppure il Vanguard ftse all world hi dividend oppure lo Euro dividend aristocrats di SPDR non vanno oltre i 15 k complessivi.
Sui forum di finanza ci sono paginate e paginate dedicate a questi etf, e tanti investitori che si riempiono il deposito di etf dividend aristocrats o prodotti simili, personalmente non condivido questa strategia di investimento e non la applico. Poi ovviamente può anche darsi che io mi sbagli e che noi prossimi mesi o anni cambi completamente lo scenario, del resto in un mondo di tassi a zero le aziende che ancora distribuiscono dividendi potrebbero ache essere considerate un sostituto delle obbligazoni, puo' darsi…
Diciamo che il 2020 è stato un anno molto impegnativo in particolare per energetici, immobiliari, e tanti tanti asset 'value'. Quindi è vero che i vari indici (non smart) di tipo 'dividend' fanno spesso una selezione che automaticamente butta dentro chi incrementa gli utili e chi ha perso tanto valore in borsa, è anche vero che questo è un anno di test molto duro. Guarda un indice come quello dell'ETF USA Low Volatility: over-benchmark e stella campione di incassi nel 2019… piombato nel fango nel 2020. Tutto sommato, anche con un bel minestrone alla Deucalione che si è messo dentro tutti i 'dividend' per avere una pioggia di cedole e una piccola rendita… una famiglia che lo ha sottoscritto a luglio di 2 anni fa, s'è beccata il crollo di fine anno, poi è sopravvissuta al Covid… non è certo messa in mezzo ad una strada da un -5,77% ed un 5% circa NETTO di cedole incassate nel frattempo. Sperando in un recupero. Invece concentrazione del rischio e tanti bei prodotti 'blasonati' che si trovano dal nostro sportellista di fiducia hanno prodotto veri e propri lacrimatoi, da quanto ho potuto riscontrare io. Poi vedremo… se il mercato ha di fronte anni negativi, investendo non si farà altro che seguirlo. Ma dopo la notte viene l'alba.