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DIOGENE: il primo anno del portafoglio Lazy di 2 ETF

Last Updated on 27/07/2024 by bowman

Diogene rappresenta la più semplice ed apparentemente banale tecnica di investimento, un investimento essenziale come struttura eppure assolutamente efficiente, composto da due ETF che rappresentano due asset selezionati ed il più possibile dotati di un rendimento decorrelato.

Nella creazione di Diogene venne scelta come strategia un bilanciamento 50% sul MSCI World (azionario dei paesi sviluppati) e 50% Titoli di Stato europei. Questa asset allocation ci consente di contenere il rischio valuta al di sotto del 50%, tutelando in particolare la quota obbligazionaria che in questo modo diventa più stabile.

Gli ultimi 12 mesi sono stati estremamente complessi, ed in portafoglio semplice e bilanciato di DIOGENE ne esce comunque in gain. Ho scelto una tecnica di accumulo dei proventi (da interessi e da dividendi azionari) nell’asset class governativa, questo perché l’investimento è iniziato in una fase di tassi d’interessi particolarmente bassi ed ho valutato che mediare il timing dell’investimento obbligazionario potesse proteggere leggermente il portafoglio dagli effetti del rischio tassi d’interesse.

Quindi mi sono:

– Difeso dalla concentrazione del rischio con strumenti decorrelati tra loro

– Difeso dal rischio specifico utilizzando titoli di stato investment grade e azionario di paesi sviluppati

– Difeso dal rischio valuta utilizzando titoli di stato europei, quindi concentrando tale rischio nell’asset la cui volatilità e potenziale redditività è maggiormente in grado di compensarlo

– Difeso dal rischio tassi d’interesse accumulando (anche se poco… il possibile) verso l’asset obbligazionario

Insomma è un portafoglio semplice da realizzare, ma affatto banale nelle sue implicazioni.

In questi 12 mesi l’ETF sui titoli di stato europei (iShares Core Euro Government Bond) ha distribuito dividendi NETTI per 211,68 euro, l’ETF sull’azionario mondiale (UBS MSCI World USD A-Dist.) ha distribuito dividendi netti per 526,7 euro.

Con questi soldi vado a fare un’unica operazione annuale di ribilanciamento: compro al prezzo corrente 5 quote dell’iShares Core Euro Government Bond per un totale di 682 euro di spesa (inclusi 5 euro forfettari di ipotetica spesa di transazione).

Il risultato finale è il seguente:

Il controvalore di Diogene ad un anno dalla creazione è di 100898,54, in gain del +0,96%.

Essenzialmente, Diogene ha difeso dalla crisi dei mercati del 2020 e reso circa l’1%.
Guardando al passato Diogene, investito esattamente in quei 2 ETF senza alcun ribilanciamento (quindi l’effetto di accumulo sul governativo dovrebbe stabilizzarne leggermente il corso riducendo marginalmente il rendimento) sarebbe stato questo negli ultimi 17 anni:

Notiamo che senz’altro il rendimento è stato leggermente inferiore al MSCI World (6,23% l’anno anziché 8,11% l’anno), tuttavia con una volatilità (ovvero un rischio) più basso in maniera più che proporzionale.

I 100mila euro ipoteticamente investiti nel 2003 oggi sarebbero diventati 275410 con un +175,4% di performance in 17 anni.
L’indice di Sharpe che ricordiamo esprime un rapporto tra la performance nel periodo e l’unità di rischio ‘vissuto’ dal portafoglio è notevolmente superiore in DIOGENE che nel MSCI World:

Questo non significa che i prossimi 17 anni saranno uguali: la situazione del debito pubblico europeo odierna è ben diversa da quella del 2003, anche se ci aspettiamo l’accumulo annuale nell’iShares Core Euro Government Bond possa mediare il rischio tassi.

Personalmente mi aspetto nei prossimi quattro anni (orizzonte temporale del portafoglio) sia leggermente inferiore… ma è un’aspettativa che non riflette reali possibilità di prevedere gli eventi. Il consulente deve fare solo la strategia, solida ed adeguata, non improvvisarsi veggente.
L’appuntamento per questo tipo di investimenti (composti da pochi strumenti e che nel 2020 per ‘produrre’ neppure il 1% hanno visto oscillazioni negative di metà del capitale che hanno sfiorato il -30%) è fissato tra 1 anno.
Questo portafoglio, apparentemente tranquillo, sicuramente efficiente, e assolutamente ottimale e gestibile guardando la proiezione a 17 anni, ma è tutt’altro che super efficiente a livello consulenziale, secondo me. 
Noi oggi lo guardiamo dicendo “si è comportato bene, non ha perso nel 2020, anzi ha guadagnato comunque più dell’inflazione!“, lo vediamo come prudente osservando il grafico dal 2003, lo consideriamo eccezionalmente efficiente osservando lo sharpe ratio di 0,7% su un periodo così lungo (certo è facile e ridicolo sbandierare super risultati da fondi che esistono da 3-5 anni), i 6,23% l’anno di crescita in 17 anni che hanno visto pandemie, crisi economiche mondiali e altre sciagure sui mercati, lo consideriamo semplice ed economico dato che è composto da due strumenti che posso comprare in autonomia dall’home banking, spostare con un clic o quasi su qualsiasi banca e deposito titoli, detenere senza costi aggiuntivi oltre l’imposta di bollo e hanno un costo interno dello 0,195% l’anno (meno di qualsiasi consulenza o servizio d’investimento che troverei sul mercato con risultati enormemente migliori del 99,5% degli investimenti che ho visto far fare in periodi simili da consulenti o aziende strapagate per tale “servizio”).
Però… SE partendo da tali presupposti (infatti grafico e dati li tiro fuori dopo 1 anno) avessi fatto questo portafoglio ad un investitore con un capitale significativo e duramente risparmiato (es. un risparmio di famiglia, generazionale, di 500000 euro o più), senza una grande e consolidata esperienza… quale sarebbe oggi il suo stato d’animo, dopo quanto accaduto, e dopo aver visto il MSCI World in ‘rosso’ del -30% a marzo, con un guadagno per ripagare tutta questa ansia, dello 0,96% alla prima revisione annuale?
Invece il Buy&Hold, la benda sugli occhi tra una revisione annuale e l’altra, la ‘finanza comportamentale’ per stare fermi con le mani nei momenti di stress come a marzo, diventano in portafogli simili (composti da pochi strumenti e molte elucubrazioni mentali) un vero e proprio elemento di strategia d’investimento.
Pensiamoci… facciamo conto di non avere avuto homebanking o metodi per andare continuamente a scrutare i mercati, immaginiamo di aver visto l’andamento di questi due ETF solo nelle nostre revisioni annuali… cosa avremmo visto del nostro capitale?
Investendo 100mila euro nel 2003 avremmo visto un +4,9% a ottobre 2004, un +18,5% a ottobre 2005, un +28,5% a ottobre 2006, un +33,4% a ottobre 2007, un +10% a ottobre 2008, un +16,2% a ottobre 2009, un +29,6% a ottobre 2010 (tornando dopo 3 anni quasi ai livelli massimi del rendiconto 2007),  un +27,9% a ottobre 2011, un +45,5% a ottobre 2012, un +63,75% a ottobre 2013, un +87,7% a ottobre 2014, un +108,6% a ottobre 2015, un +113,9% a ottobre 2016, un +133,26% a ottobre 2017 e così via sempre in salita…
…in pratica questo è un portafoglio che avrebbe, in 17 anni (“complicati”), e guardandolo solo 1 volta l’anno, ottenuto una performance peggiore dell’anno precedente solo 2 volte su 17, e mai inferiore al capitale iniziale, forse a limite con il tasso d’inflazione dall’inizio esclusivamente nell’ottobre 2008, mese del fallimento di Leman Brothers. 
Insomma la gestione di un simile portafoglio può essere un’ottima palestra per imparare il risparmio e la finanza comportamentale. Tuttavia, anche se è un investimento ottimo con il senno del poi, nel breve può essere vissuto con ansia (con il rischio che il teorico investitore dell’anno scorso abbia messo fine a tutto, in perdita, disinvestendo a marzo quando la performance del capitale investito ha raggiunto il -14%).
Questo portafoglio, per la sua semplicità, può essere anche un eccellente Piano di Accumulo. Visto che ha uno storico lungo (sono due ETF sui mercati europei da lungo termine), cosa sarebbe accaduto se avessi investito 166 euro al mese in questo portafoglio a partire dal 2003 (parliamo delle ‘vecchie’ trecentomila lire circa, per capirci, dato che partiamo quasi dell’epoca della lira, nelle possibilità credo anche di umili stipendi). Beh, per non ricorrere a servizi a pagamento di PAC su ETF potremmo comprare 500 euro al mese di uno dei due ETF ogni 3 mesi, per un totale di 4 versamenti l’anno alternati (una volta MSCI World ed una Euro Government Bond), ipotizzando un costo di 5 euro ad eseguito avremmo 20 euro l’anno di spesa viva (pari al 1% d’entrata) ed il risultato sarebbe:

Notiamo come l’andamento di DIOGENE sarebbe stato ancora più stabile e lineare… ma la crescita non meno significativa. In 17 anni avremmo versato 34000 euro, spendendo 340 euro, e con un costo davvero MINIMO oggi ci troveremmo un capitale di 61708 euro.

Rendiamoci conto che 166 euro al mese è una spesa minima, pari a quello che si può spendere per l’abbonamento a qualche servizio o per qualche bolletta… oggi ci troveremmo un capitale con cui acquistare un SUV Porsche a KMzero, o un bilocale di 40mq nel centro storico di Vieste… oppure avere un risparmio per goderci la pensione (ipotizzando di aver iniziato il PAC a 45 anni ed essere andato ora in pensione a 62) che produce oltretutto 450 euro all’anno di dividendi netti (che se uno vive di pensione aiutano).
 
All’anno prossimo.
P.C. 31/10/2020

6 commenti su “DIOGENE: il primo anno del portafoglio Lazy di 2 ETF”

  1. Ciao, sempre specificando che il Blog non ha finalità di consulenza finanziaria specifica (che è attività normata), diciamo che il Vanguard All Country World Index, essendo un aggregatore (per capitalizzazione, ma anche per regole di mercato) di migliaia di titoli di tutto il mondo, può essere visto come "controparte" di un governativo ad elevato merito creditizio mondiale dei paesi sviluppati (poi ovviamente puoi abbinarlo a quello che vuoi, l'equivalente dell'ETF a distribuzione governativo usato in Diogene per dire è VGEA rimanendo su un Vanguard). Un indice che aggrega il debito contratto da paesi diciamo sviluppati e virtuosi contrapposto al capitale di rischio mondiale. Sua più simmetrica espressione può anche essere inteso un Global Aggregate Bond che aggrega "tutto il debito" (quindi anche emergenti, quasi una metà di debito societario etc…) magari selezionato sull'investment grade. Quest'ultimo però è un pò più correlato, storicamente, ai picchi negativi di mercato. Allora, un'ipotesi VWCE 50% e XGSH 50%, tutto ad accumulo e senza ribilanciamento è un Lazy di 2 ETF con metà in azionario aggregato all-country e metà titoli di stato di paesi sviluppati globali, non tutti in euro, ma con hedging sull'euro (copertura valutaria). Questo stesso investimento, iniziato ipoteticamente sempre 17 anni fa (storico limite che riesco a simulare) avrebbe reso ad oggi +160,97% rispetto al +175,41 di un ipotetico DIOGENE, senza riaccumulo dividendi, diciassettenne. Lo Sharpe Ratio è appena inferiore (0,67% rispetto a 0,7%) ed il rendimento del 5,89% annuo anziché 6,23%. Ovviamente questi numeretti lasciano il tempo che trovano perché le ragioni sono STORICHE: in questi anni c'è stato bisogno a livello europeo di ribasso dei tassi superiore alla media dei paesi del Global Sovereign e il MSCI World ha contenuto un pò più di USA del ACWI, paese che ha avuto una crescita decisamente sopra la media nell'ultimo decennio. Insomma da qui al futuro sarebbe più che altro una questione di 'scelta' e 'strategia'.

  2. Ciao,
    domandina da un totale neofita.

    Mi è balzato l'occhio sull'etf sui titoli di stato che hai scelto. I rendimenti negli ultimi anni sono stati tutto sommato piuttosto buoni per il tipo di prodotto, mentre attualmente i titoli di stato hanno rendimenti bassissimi.
    Se si provasse a fare oggi un portafoglio con vari titoli di stato europei, probabilmente si otterrebbe un rendimento parecchio inferiore a quello di questo ETF (correggimi se sbaglio).
    Questo probabilmente è dovuto al fatto che nell'etf sono incusi titoli di stato comprati anni fa, quando rendevano di più (anche qui, correggimi se sbaglio). E ciò ha un senso.

    Però ricapitolando, da una parte abbiamo l'etf che rende relativamente bene, dall'altro i singoli di stato che rendono una miseria. E' una cosa strana, stando così le cose non dovrebbe intervenire un qualche meccanismo di arbitraggio che riallinei i due rendimenti?

    Proabilmente non ho capito qualche meccanismo di base o ho detto qualche cazzata immane, però non riesco a venirne a capo, sapresti darmi una dritta?

  3. Non va confuso il rendimento da crescita del capitale con il rendimento effettivo.
    Nel 2014 è stato emessi il titolo ISIN DE0001102341, Bund Tedesco, scadenza 2046 tasso fisso 2,5%.
    Il valore di acquisto è oggi 170 euro per ogni 100 di nominale.

    Quale è il rendimento a scadenza di questo titolo? 100 euro (che investo) / 170 *0,025 *(2046-2020) = 38,233 euro di interessi da cui tolgo il 12,5% di tasse ed ottengo 33,453 euro. Però per prendere in 26 anni 33,453 euro netti di cedole perderò 70 euro di capitale perché 100 euro al 2046 oggi li pago 170 = 33,453-70 = -36,546 euro

    Quindi se ci investo perdi il 36% in 26 anni, tasso negativo effettivo del -1,4% l'anno.

    Questo il rendimento del bund.

    Ma chi lo ha comprato nel 2014? Immaginiamo un fondo che contiene solo questo titolo. 100 euro 2014 di quel fondo valgono oggi 170, se ha accumulato le cedole aggiungo 2,5*0,875*6 anni = +83,12% in 6 anni.

    Ma allora perché oggi ho rendimento +83,12% sul germania government bond fund 25+yr ed ho -1,4% l'anno (ovvero -36%) nel bund tedesco pari scadenza?

    Perché è ovviamente il momento di venderlo. Il sottostante del fondo ha rendimento negativo, perché tutto il rendimento della durata finanziaria dell'indice obbligazionario è stato attualizzato ad una data precedente all'attuale. ANZI per l'esattezza molto più della durata finanziaria dell'intero titolo, perché le obbligazioni sono state manipolate in modo che un giorno qualcuno forse considererà fraudolento (ma solo perché non lo capisce).

    Chi ha oggi un "Euro Government Bond 15+ yr" e guarda il meraviglioso 10-12% annuo di rendimento degli ultimi 6 anni credendo che 'allora il titolo è bòno, rende tanto! Il gestore è un MAGO!' non ha capito assolutamente nulla.

    Spero di essere stato un pò chiaro, capisco che la cosa non appare ovvia.

    Oggi attenti all'obbligazionario senza redditività!!!!

  4. Ciao,
    grazie per avermi risposto.

    Credo di aver capito il discorso che hai fatto, ma forse avevo fatto male io la domanda precedente.

    Nell'esempio che fai, sostanzialmente vai a confrontare il rendimento che si avrebbe prendendo un titolo oggi e il suo andamento passato, quindi è ovvio che i due valori siano completamente diversi.

    Io facevo un ragionamento un po' diverso, e non parlavo di rendimenti stratosferici, ad esempio nell'etf obbligazionario che hai inserito nel portafoglio i rendimenti sono stati questi:
    2016: 3.05%
    2017: -0.01%
    2018: 0.81%
    2019: 6.37%
    2020 (parziale): 4.79%
    Insomma nulla di eccezionale ma comunque ci metterei la firma ad avere un simile rendimento negli anni futuri. Ho volutamente riportato gli ultimissimi anni perchè più o meno c'erano già tassi piuttosto bassi come oggi, eppure i rendimenti sono migliori di quelli attuali che sono molto vicini allo zero.

    E' questa la discrepanza che non riuscivo a capire, non so se mi ero spiegato male o se non ho capito la tua risposta.

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