Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Con questo nuovo portafoglio introduco un nuovo concetto: gestione Semi-Passiva e Semi-Flessibile su un investimento diversificato come fondamentali (multi-asset) finalizzato ad un orizzonte di lungo termine (Long Term).
Qui parliamo di almeno 10 anni in cui i soldi non verranno toccati, ma di un patrimonio consistente (infatti la simulazione viene fatta sulla base 200mila euro e non 100mila), magari un patrimonio che sta lì per la pensione, oppure per l’università dei figli etc…
In cosa consiste l’approccio Semi-Flessibile e Semi-Passivo?
Ovviamente secondo le logiche della teoria di portafoglio uno scienziato dell’asset allocation potrebbe affermare che basta assumersi un rischio consistente in asset redditizi per gestire passivamente il patrimonio ingente e guadagnare senza meno. 60% MSCI World, 20% iShares Global Aggregate Bond e 20% Global High Yield bond in che orizzonte decennale d’investimento hanno prodotto danni consistenti? Beh, a dire il vero investendo sul massimo del 2000 dieci anni dopo una flessione a due cifre (anche se non mezzo capitale, ecco…) la si sarebbe riportata. E poi questo rischio è sempre più facile ‘acquistarlo’ con le somme consistenti degli altri (se va male).
Per questo opto per questo orizzonte temporale innanzitutto in una esposizione al rischio minore, e poi con una gestione passiva ma non troppo e leggermente flessibile.
Vediamo come…
Vado a fissare un’asset allocation ottimale, 40% di azionario, rischio valuta inferiore al 50% del capitale, selezione di asset nel long term storicamente redditizi ma di natura diversificata tra loro: 16% azionario europeo, 12,5% azionario USA, 9% azionario paesi emergenti, 4% azionario del giappone e di altri paesi sviluppati del pacifico, 25% titoli di Stato investment grade, 15% altri titoli di debito investment grade, 10% obbligazioni sub-investment grade e 8% titoli di Stato di paesi emergenti.
Però non applico in maniera “stabile” questa allocazione, che è solo un canovaccio, per tutti e 10 gli anni (minimo!) del portafoglio. In realtà ho una flessibilità sulla stessa con ribilanciamento/revisione ogni 15 mesi (quindi ci sono 8 appuntamenti tra approcci “lazy e passivi”).
Perché questi ribilanciamenti che rendono semi-flessibile il portafoglio intorno all’asset allocation?
Perché nessuno vuole prevedere i mercati, ma alcune condizioni di mercato possono essere più o meno sensate. Con un Long Term minimo decennale dovrei mettere in portafoglio titoli di Stato a 10 anni o più (rendono di più!), tuttavia con l’attuale situazione dei tassi d’interesse preferisco spendermi la flessibilità nella scelta di un’allocazione dalla duration più breve. Sull’High Yield (obbligazionario speculativo) temo che sia troppo favorito da politiche monetarie mirate oggi e gli prediligo alcuni governativi o un pò più di esposizione valutaria. Sugli azionari associo un pò di azionario “Value” a indici ormai molto Growth anche se storicamente adatti al lungo termine (Nasdaq, S&P500 etc…).
Un approccio più prudenziale rispetto al particolare momento storico dei mercati in cui ci troviamo è secondo me il seguente: ipotizziamo di avere 100 da investire. 40 li tengo liquidi, e 60 li investo in questo portafoglio. Tra 15 mesi valuto l’andamento di tassi e mercati: se il 60% investito è in discesa significativa medio il prezzo d’entrata con il restante 40% altrimenti (lieve flessione o crescita) medio con un 20% e tengo altro 20% per un ingresso a 30 mesi.
Per il resto l’approccio è abbastanza passivo e non ‘opportunistico’: inserisco magari sotto-pesati anche asset a forte rischio di svalutazione (secondo me) perché fin troppo favoriti da liquidità e tassi come governativo euro, Nasdaq, High Yield o Small Cap.
Questo portafoglio funzionerebbe meglio laddove si potessero compensare nell’orizzonte temporale, minusvalenze e gain (es. in una polizza o fondo pensione). Questo anche perché si usano parecchi ETF su asset diversi (anche come natura).
Il portafoglio iniziale che ho selezionato è questo (poi spiego perché):
Il motivo di queste scelte in un’allocazione di lungo termine:
Azionario Europa – Tra i vari asset disponibili la scelta, dato l’orizzonte temporale, è ricaduta sull’Eurostoxx600 che è un All-Cap che include anche paesi non dell’eurozona (al momento il paese più rappresentato è il Regno Unito), corretto dal titolo di WisdomTree che mixa una strategia fondamentale e growth all’investire solo nella zona euro. Entrambi sono strumenti forse poco più volatili del classico MSCI Europe, che nel lungo termine può rappresentare un valore aggiunto nel portafoglio.
Azionario USA – Questo portafoglio non ha un’allocazione sbilanciata rispetto agli indici globali sugli Stati Uniti (10%), tuttavia dato l’orizzonte temporale si ‘compra rischio’ nel mercato abbinando al classico S&P500 anche il Russell (aziende Small Cap) ed il Nasdaq (indice tipicamente tecnologico/growth) diversificati però in quote difensive verso potenziali bolle in essere. Si sceglie quindi di rendere un pò più volatile il mercato più grande del mondo (la superpotenza economica della nostra epoca) auspicando un vantaggio nel Long Term dato da questa scelta.
Azionario dei Paesi Emergenti – Il titolo iShares Core MSCI Emerging Markets mi è sembrato sufficientemente diversificato e rappresentativo, senza fare delle selezioni di zona.
Azionario Resto del Mondo – L’abbinamento classico Giappone/Pacifico è arricchito a livello tattico se non strategico da un “World Value” che va a correggere l’alto livello di prezzi rispetto ai fondamentali in questo momento dell’azionario più ‘growth’.
Titoli di Stato IG – Sebbene un orizzonte 10+ anni rende da manuale idoneo soprattutto il titolo Vanguard, la delicata situazione dei tassi d’interesse mi fa selezionare flessibilmente scelte dalla durata finanziaria più corta (Europa 3-5 anni) o esposte alla valuta dollaro (breve termine anche lì), con una piccola diversificazione anche sui titoli di Stato USA legati all’inflazione, oggi molto alti.
Altre Obbligazioni – Al classico Global Aggregate senza rischio valuta abbino un obbligazionario tripla B a orizzonte temporale moderato che rappresenta un valido compromesso rischio-valuta e redditività residua.
Titoli di Stato di Paesi Emergenti – Qui l’obbligazionario con Hedging rappresenta, cumulando dividendi senza rischio valuta, una scelta strategica che deve cumulare redditività a 7-10 anni, mentre il VEMT come una selezione tattica, che punta come volano nel breve-medio su un recupero valutario.
High Yield – L’obbligazionario speculativo è in questa fase ridotto al minimo e selezionato tra i Fallen Angels (diversificati e resilienti più di altri) con effetto valutario. Tuttavia rappresenta un ottimo asset per il lungo termine.
La prima revisione de “Il Moro” è stabilita a metà marzo del 2023.
P.C. 16/12/2021