Oro, Spezie e Tulipani

Le Età dell’Investitore

Last Updated on 25/07/2024 by bowman

Tempo addietro su un forum di finanza ho dato una mia valutazione di alcune ‘simmetrie comportamentali’ che ho riscontrato in investitori medi per età.

Quel post mi è stato più volte richiesto e sembra sia piaciuto a diverse persone, quindi ho pensato di ripresentarlo anche sul Blog, pur trattandosi di ‘chiacchiere da forum’ e comunque di discorsi generalisti. 

“Per grandissime linee (e con notevoli eccezioni) ho segmentato l’approccio dei risparmiatori verso l’offerta per così dire “commerciale” di prodotti finanziari per età, cercando di evidenziare alcuni tratti abbastanza comuni della loro fascia.


Terza Età: 80-95 anni

Persone mediamente poco scolarizzate, erano giovani negli anni del boom economico (60 anni fa) che gli ha trasmesso una certa sicurezza e fiducia. Erano maturi nel periodo del benessere (40 anni fa) che li ha fatti stare bene. Oggi mediamente sono più ricchi delle generazioni precedenti. Alcuni per ignoranza diffidano, per altri invece il consulente, la banca, etc… sono istituzioni e si fidano. Data l’età hanno paura perché vulnerabili, ma poi una volta rassicurati hanno un certo distacco dal mondo (tra poco sarò morto, che devo farci?) e quindi non approfondiscono.


Seconda Età: 55-75 anni

Mediamente scolarizzati (diplomati/laureati), erano giovani nel periodo del benessere, hanno fatto carriera/guadagnato, hanno ereditato dai loro genitori della Terza Età (che avevano abitudini quali lasciare casa e beni ai figli). Si sono goduti di più la vita. Sono più informati, leggono i giornali, si focalizzano sulle idee politiche ed economiche, hanno una gestione mediamente evoluta. Non sanno andarsi a cercare le notizie, ma si fanno i calcoli. Non imparano a programmare ed a padroneggiare le nuove tecnologie capendo come funzionano, ma sanno utilizzarle se necessario e se magari qualcuno gli spiega l’essenziale. Cercano la qualità e la competenza, ma se percepiscono di averla ottenuta (non ho detto che la ottengono) si buttano anche più di quelli della Terza Età, perché hanno avuto accesso ai capitali (ad esempio hanno guadagnato stipendi pieni già a 20 anni, hanno ereditato 300mila euro di appartamento dalla zia a 50 etc…) e non hanno patito mai le ristrettezze (giusto i racconti del babbo di quando s’andava ancora in giro in bicicletta).


Prima Età: 30-50 anni

Molto scolarizzati (chi non ha un bel master in antropologia del marketing?), se la sono presi mediamente in quel posto (un pò meno quelli verso i 50). A 15-20 anni i loro genitori gli dicevano ‘studia l’inglese ed avrai il mondo in tasca’, ora tanti sono emigrati e tanti altri con il master sono andati a lavorarci nei call center. Tutto sommato hanno avuto meno di quanto si aspettavano, ma qualcosa hanno avuto, magari grazie al padre che (vedi sopra) avendo i mezzi gli ha comprato casa. Per questo stanno attentissimi alla gestione delle risorse: non se le sentono piovute dal cielo (anche se a qualcuno è capitato), l’acquisto va confrontato con Amazon, il volo va scelto Low Cost, la TV cambiata il Black Friday. Le nuove tecnologie le hanno acquisite, ma sono quelli che hanno più mezzi per fruirne, la qualità non solo la cercano (come il babbo), ma leggono pure l’opuscolo informativo e vanno su internet a guardare se è vero.


Nativi Digitali o quasi: under 25

La scolarizzazione scende, alta, ma dopotutto papà con la laurea c’è andato al call center… Al posto della cultura c’è invece l’informazione. E l’informazione è istantanea e segue canali che i padri intuiscono ma non seguono e i nonni neppure immaginano. Rapporto con le risorse ancora ne hanno poco, ma prima di averlo già si confrontano, oppure nel dubbio di essere ‘fregati’ non si muovono proprio. In banca non c’entrano proprio, dopotutto anche il babbo ne dice peste e corna e poi l’account digital dell’app fintech fa di meglio e gli da la carta virtuale. Consulente finanziario? Ma chi è sto vecchio?


Ora… è evidente che quando la Terza Età, tra 10 anni, sarà andata a stare meglio, il grosso della mucca da mungere per chi non fa un ‘buon lavoro’ a livello di consulenza sarà finito.

Rimangono quelli della Seconda Età, già oggi attenti ed esigenti (quelli che spesso sono passati dalla filiale al promotore, poi magari dopo un pò che non guadagnavano magari sono andati a cercarsi il consulente indipendente).

Tra vent’anni molte sostanze invece saranno in mano a quelli della Prima Età, che solo in minima parte (un 20% di polli fisiologici ci sarà sempre probabilmente, ma questo vuol dire una restrizione del 80% del mercato… un tutti a casa, se non si cambia approccio) saranno disposti ad avere un approccio che non sarà quello della linea low cost (tanta qualità a poco prezzo). Ecco, io vedo lì un potenziale diffondersi di Robot-Advisor e di Consulenti Indipendenti, sulla base di quelle che sono le offerte del mercato odierne (poi magari nel 2040 avremo le IA che danno consulenza).

Questo il mio ‘allarme demografico’ sul modo di lavorare (non se ne offenda nessuno, c’è pure il 20 enne che non sa usare il bancomat o nonno internet oppure quello di 95 anni con 3 lauree che insegnava mercati finanziari quando io stavo alle elementari, è però una statistica sulla base di un campionario ‘empirico’ di persone con cui ho avuto a che fare). “


P.C. 05.09.2020

1 commento su “Le Età dell’Investitore”

  1. Analisi davvero interessante. IMHO, l'AI ci sarà ben prima del 40. E che triste leggere della Prima Età. Il consulente indipendente sarà una figura centrale, sempre se qualche soldo potrà rimanere in tasca ai no- cultura, tutta-info, sporca e veloce.

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