Last Updated on 27/07/2024 by bowman
E’ inutile che stiamo a specificare quale grado di rischio comporti concentrare il capitale, senza diversificazione, in un unico emittente obbligazionario ad Alto Rischio/Rendimento.
I prodotti di risparmio gestito riescono a diluire almeno questo tipo di rischio grazie alla diversificazione. Investire in 1000 obbligazioni High Yield che rendono 6% non è la stessa cosa che comprarne una sola che rende 6%, poiché l’eventuale default di quest’ultima influenzerebbe il 1/1000 del capitale, mentre il rendimeto (6%) è identico.
MATURITY:
In un titolo obbligazionario (es. un fondo) la maturity esprime il termine medio di scadenza dei titoli trattati al suo interno. Se dentro c’è un’azione che (oggi che siamo nel 2019) scade nel 2026, una che scade nel 2029 e una che scade nel 2032, di medesimo importo, la maturity media è 10 anni. E’ il tempo in cui i titoli contenuti giungono, appunto, a ‘maturazione’.
Che mi importa di questa maturity? E’ importante… molto importante. In una fase di tassi molto bassi (come ad esempio quello attuale) abbiamo obbligazioni che stanno molto sopra il nominale. Se vogliamo un bel BTP che paga il 5,25% di cedola per i prossimi 10 anni, lo troviamo oggi? Certo, ma costa 139,5 euro per ogni 100 euro che ne acquistiamo. Il che incide sia sul rendimento (ho speso 139,5, ma la cedola è il 5,25% di 100) sia sulla perdita che metto in conto a scadenza (oggi ho 13950 euro di quel titolo, ma già so che tra 10 anni me ne ridanno 10000).
Se il nostro fondo/etf ha maturity 10 anni ed una cedola media alta, posso aspettarmi che quell’effetto svalutazione sia forte se tra qualche anno i tassi risalgono e il mio BTP dell’ipotesi non vale più 139,5, vero? Quanto potrebbe scendere? Molto… anche un 10, o 20% dipende di quanto risalgono i tassi… potrebbe rivelarsi più volatile dell’azionario, poi dipende anche da come è bilanciato il capitale all’interno, una cosa è maturity 10 con titoli molto diversificati per scadenza (che consentono anche di rinnovare i bond), altra cosa è se tutti i titoli dentro hanno maturity 10 anni.
Ma un BTP che scade tra un anno e rende il 4%, invece, quanto costa? Ovviamente molto di meno, 103,44. Se il fondo è pieno di titoli a 1 anno c’è da dire che, innanzitutto, di svalutazione posso scontare un 3-4% (e per arrivarci devo avere i bot al 4% praticamente… altro che rialzo dei tassi, deve scoppiare una guerra!), e, comunque, entro 1 anno gli interessi riassorbiranno l’oscillazione… ecco che la volatilità (rischio) è minimo.
DURATION:
Se allora io comprassi un perpetual bond (uno strumento ibrido di capitalizzazione che è di fatto un’obbligazione priva di scadenza, usualmente subordinata e quasi sempre emessa da istituti finanziari o assicurativi), avrei una maturity infinita?
Lì non avrebbe senso misurare la maturity, ma parlare di duration.
Che roba è?
Questa formuletta qui:
Che è semplicemente la media delle scadenze (nel caso di un fondo) ponderata però ai flussi cedolari che produce.
In altre parole è un’espressione di quanto i titoli (tra scadenze e cedole) riescono a ‘ricostituire’ il mio capitale.
Ok, passo all’esempio.
Abbiamo parlato di bond ‘perpetuo’: fine pena mai. Se questo bond perpetuo rende il 2% l’anno impiegherà 50 anni a ricostituire il capitale con le cedole. Ma se rende il 8% l’anno impiega solo 12,5 anni. Ecco che nel secondo caso la duration è molto più corta.
Nell’ipotesi di rialzo dei tassi se ho delle duration brevissime io ignoro abbastanza il rialzo dei tassi, se ho un bond perpetuo al 2% sono dolori…
Ovviamente vale anche il contrario ed ecco che chi compra il BTP ‘matusalemme’ durante un periodo di rialzo dello spread può avere rendimenti in pochi mesi da azionario spinto.
RISCHIO CREDITO:
Il problema quando hai un fondo (o ETF) fatto da obbligazioni e titoli di stato, non è solo Maturity e Duration (senza parlare della valuta, che è abbastanza immaginabile e non tratto stavolta) ma incide molto il rischio credito. Se una parte del capitale non viene restituita per default (o esiste il timore che non lo faccia) ecco che il capitale può oscillare tanto anche su duration corte, semmai sono le maturity corte che ‘rassicurano’.
Esempio banale: c’è un problema di solvibilità della Grecia.
Il 6% dei fondi ed ETF governativi europei è composto da titoli greci. A parte i tassi potrebbe azzerarsi il 6% del capitale. Però dipende… una cosa è se dentro questo fondo ci sono titoli a 10 anni (non riesco certo ad evitarmi l’eventuale default, quindi oscillerà il valore anche sulla base dei timori). Un’altra cosa se dentro ci sono titoli a 6 mesi… tempo che fanno il governo e decidono se pagare il debito nazionale i miei titoli greci potrebbero essere stati già pagati (salvo crisi di liquidità immediata e dirompente).
Poi il rischio credito incide molto sui titoli rischiosi, molto poco sui titoli super-sicuri (un governativo solo con titoli di stato degli emittenti più solidi, es. Germania non ha proprio problemi di rischio credito, anzi magari fa da rifugio).
Quindi io credo di essere ‘furbo’ e compro il titolo High Yield Short Duration scoprendo che è zeppo di perpetual bond (fine pena mai) al 18% (perché super-subordinati e rischiosissimi) – è solo un esempio, di solito gli high yield short duration sono costruiti con maturity contenute -. E’ vero che il rialzo dei tassi incide poco… ma una crisi di liquidità, o una recessione o una crisi finanziaria potrebbe coinvolgere quasi tutto il capitale del fondo e potrei avere comunque oscillazioni paurose (e viceversa). Ma se la duration è corta per via delle maturity corte… è meglio.
Inutile dire che per abbattere il rischio credito uno strumento validissimo è la diversificazione: un fondo con dentro 30 obbligazioni, magari con medesimo mercato/settore/tipologia di emittente è molto diverso da un fondo globale con 1000 obbligazioni dentro. Altro discorso che va compreso è a che tipo di rischio credito mi espongo: l’obbligazione di una società prossima al fallimento è High Yield come l’obbligazione subordinata di Banca Intesa, però il tipo di rischio di credito è ben diverso.
Andiamo a capire quali sono le varie ‘famiglie’ di obbligazioni High Yield:
– Le obbligazioni con basso merito creditizio (sotto i rating BBB di solito, però c’è differenza tra il ‘Junk Bond’ praticamente in default ed un rating speculativo ma più alto)
– Le obbligazioni ‘fallen angels’: erano state emesse con maggiori rating, poi hanno fatto scendere il rating in corsa. Che differenza c’è? Teoricamente non molta, in pratica è un’azienda che potrebbe attraversare avversità momentanee… c’è molta differenza tra il bond di un’azienda simile e quello già emesso da dubbi creditori, piccole realtà, realtà illiquide etc…
– Le obbligazioni subordinate: ricordiamo che in Europa c’è il bail in. La banca ha una crisi di liquidità, non fallisce, ma il bond perde valore.
– Le obbligazioni perpetue: come dicevo c’è una differenza abissale tra un High Yield Short Duration composto da obbligazioni ibride/perpetue con dividendi altissimi e uno composto di obbligazioni magari ‘fallen angels’ che scadono entro l’anno ed hanno rating appena sotto BBB.
– Le obbligazioni convertibili (io ce le metto): altri strumenti ibridi che prevedono la possibilità di essere, a determinate condizioni, convertite o rimborsate in azioni. Inutile dire che è molto più rischioso.
Tutti questi elementi aiutano a capire perché le obbligazioni High Yield sono molto collegate ai cicli di ribasso e rialzo dell’azionario… ma sono al contempo anche molto redditizie!
Andiamo quindi ad analizzare alcuni titoli emblematici, per fare qualche esempio:
iShares Global High Yield Corporate Bond (IE00B74DQ490)
Il classico Alto Rischio/Rendimento Europeo, con distribuzione di dividendo. Investe in 474 titoli obbligazionari europei. Fratello più piccolo del precedente dove si subisce di più, quindi, l’effetto concentrazione delle subordinate europee a rischio bail-in. Questo va però a compensare il rischio valuta.
PIMCO Short-Term High Yield Corporate Bond (IE00BF8HV600)
Rappresenta una scelta molto più di nicchia. Investe sempre in titoli obbligazionari alto rischio/rendimento globali, ma seleziona quelli a più bassa durata (da 0 a 5 anni residui, quindi via perpetual etc…) e vi applica l’hedging per filtrare un pò di rischio valuta. Il ‘problema’ è che mantiene dividendi mediamente alti (5-6%) per titoli così a breve. Che effetto avremo? Molto più imprevedibile. Qui non sono i tassi che spaventano, ma fluttuerà molto seguendo il rischio credito, anche se non troppo per via della maturity breve. Fluttuerà per la valuta, ma non troppo per via dell’hedging. Del resto in caso di svalutazione dell’euro ce lo troveremo contro questo hedging… e quindi, è prudente? Diciamo che ha una sorta di ‘stabilità strutturata’: bilancia vari fattori piuttosto imprevedibili, il che dovrebbe, tutto sommato, non esporre a disastri. Questo non significa che nella ricerca del rendimento e nella sostituzione con asset obbligazionari tradizionalmente più prudenti (operazione che ha perfettamente senso, secondo me, per difenderci dai tassi) questo titolo non vada ‘conosciuto’ e contemplato come qualcosa di ‘altro’ rispetto alla semplice ‘prudenza’.
In ultimo rifletto sul fatto che si trovano sul mercato dei fondi, magari ‘total return’ ‘absolute return’ etc… a base obbligazionaria (o tutti obbligazionari) che dichiarano duration prossime allo zero o addirittura negative (cioè che ”dovrebbero” addirittura crescere quando aumentano i tassi!).
Queste perversioni sono spesso frutto di ingegneria finanziaria, uso di derivati a copertura, contratti swap su tassi e quant’altro. Inutile dire come un prodotto tendenzialmente ‘redditizio’ con duration ‘esotiche’ (0,5-negative etc…) non riduce il rischio, mira a slegarsi dai tassi, ma è strutturato (spesso anche pieno di commissioni) e contiene molto rischio potenziale e soprattutto imprevedibile, se tutto non va come l’ingegnere ha progettato… scrack!
Blog davvero interessante, trovo molto utile la selezione ragionata di ETF di qualità, diciamo che qui si approfondisce in maniera molto comprensibile e non banale quello che Justetf lascia fare ad un database e un algoritmo, con il valore aggiunto di una lunga esperienza, per questo penso che il blog potrebbe/dovrebbe essere valorizzato per la qualità dei contenuti.
Potreste pensare ad una versione basic free del blog e ad un e-book con gli approfondimenti da scaricare a pagamento, lascerei stare Ad-sense visto che per avere 10 euro netti di introiti dovreste avere decine di migliaia di pagine viste ogni mese. Potreste aggiungere un account pay-pal per chi vuole sostenere volontariamente il lavoro di blogger, aggiungere una mail per contattarvi, e aggiungere una lista di blog che leggi con i quali scambiare link e migliorare il tuo posizionamento su Google, sempre che ti interessi dare visibiltà al blog, grazie ancora
p.s. arrivo da FOL
Grazie davvero per gli incoraggiamenti, la motivazione per me è molto importante. Non ho ancora molta dimestichezza con quanto mi suggerisci. In realtà al momento non voglio fare il blogger a scopo di lucro, anzi la mia è un'attività assolutamente pro-bono. Credo che la differenza sia proprio questa: quando si parla di finanza e investimenti tutti si fanno prendere dall'avidità, ma forse saperla controllare è importante, altrimenti invece che consulente diventi il solito venditore (io almeno come blogger vorrei superare tale livello). Sul discorso dell'ebook ci sto lavorando, una prima, banale, guida. Per chi si è assuefatto alle cazzat… ehm, dimostrazioni empiriche di grande professionalità, che scrivo sul Blog e non sa proprio che leggere la sera. La prima versione vorrei che fosse un manualetto schematico però è troppo facile cadere nel 'mattone'. In realtà, da bibliofilo, vorrei abbinare ad una versione ebook assolutamente gratuita anche una versione cartacea, al prezzo più basso possibile e di più facile fruizione possibile, in modo che si possa regalarla, diffonderla, farla leggere, donarla ad un giovane che vuole capire come affrontare il concetto di investimento, insomma se avrò salvato 1 persona dall'analfabetismo finanziario, sarà per me una conquista!
Ciao Bowman, ancora complimenti per l'articolo, interessantissimo e chiaro. Ti leggo sempre con molto piacere. Grazie per l'opera di alfabetizzazione finanziaria e approfondimento che fai.