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MELPOMENE: la Musa della Tragedia giunge a conclusione dopo 3 anni, mostrandoci cosa accade affrontando le difficoltà di un investimento dinamico nel Breve Termine

Last Updated on 26/07/2024 by bowman

 

Con MELPOMENE ho simulato, esattamente 3 anni, fa, un portafoglio bilanciato e diversificato in maniera sensata per un investimento a Breve Termine (3 anni), ma che includeva molti asset dinamici (anche troppo!).
Questo mini-portafoglio di 25000 euro ha attraversato il crash del 2020, la ripresa del 2021 e il bear market del 2022 e giungiamo oggi, a metà agosto, a tirare le fila e le conclusioni.
Ritengo sia, in particolare un buon esercizio per capire come molte singole difficoltà messe insieme in un portafoglio diversificato tutto sommato ‘spalmano’ il rischio: MELPOMENE ha affrontato di tutto, persino il default di un bond sovrano, ma l’asset allocation era sensata e quindi il suo investitore è giunto a termine con un (contenuto) guadagno e senza dover subire chissà quali ‘tragedie’.
Il 14 agosto del 2019 MELPOMENE era un mini-investimento (25000 euro) composto da:

2000$ Titolo di Stato
Argentina 5.625% 26ge22 (US040114HK99) sottoscritto a 51,7 per 921,4 euro

5000 Obbligazione Cassa
Depositi e Prestiti TM 2022 (IT0005090995) sottoscritta a 98,25 per 4912,5 euro

30000NOK
Obbligazione European Investment Bank TF 1,5% Ge24 No
k (XS1555330999)
sottoscritta
 a 100,77 per 3020,74 euro

3000 US912828J769 TNote
Marzo2022 al 1,75% (US912828J769) sottoscritto a 100,7 per 2692,04 euro

16 quote di ETF Lyxor
Core Stox Europe 600 (LU0908500753) sottoscritto a 148,98 per 2383,68 euro

18 quote di ETF
xTrackers MSCI USA (IE00BJ0KDR00) sottoscritto a 69,78 per 1256,04 euro

30 quote di ETF Ishares
Bric 50 (IE00B1W57M07) sottoscritto a 25,54 per 766,2 euro

591,856 quote di Sicav
Fidelity Gbl Short Duration Income Fund (LU0840141500) sottoscritta a 8,448 per
5000 euro

4000 euro di Conto
Deposito 3 anni RendiMax vincolato top 2,25%, scadenza 14ago2022

Il totale investito era di 24952,6 euro.


L’asset allocation era al 20% azionaria, includeva però 26,5% di obbligazioni in valuta (corona norvegese, dollaro) tra cui un rischiosissimo bond argentino, che rendevano la parte ‘rischiosa’ del portafoglio a circa il 50% del capitale, questo è un approccio molto ‘dinamico’ per un orizzonte temporale di soli 3 anni, che è stato quindi ‘mediato’ da investimenti molto stabili come conto deposito, obbligazione di cassa depositi e prestiti e altri strumenti obbligazionari a contenuta durata finanziaria. Il rischio valuta, oltretutto, circa il 50% del capitale.


Andiamo a vedere, oggi, di questi investimenti cosa ne è stato.


Sul bond argentino abbiamo affrontato un ‘interessante’ (a livello didattico) default sovrano. I 2000 dollari di Argentina 5,625% 26/01/2022 (US040114HK99) sono stati
scambiati al 97% con 1940$ di un “new bond” Argentina 0,125% luglio2030 (
XS2177363665).
Questo titolo, frutto di una rinegoziazione del debito, ha oggi un valore di 19, quindi ne ottengo 368,6 dollari pari a
359,17 euro. Aggiungo 45,7 euro di interessi netti percepiti ed arrivo a 404,87
euro. Questo mi produce una minusvalenza di 562 euro utilizzabile con altri
titoli efficienti fiscalmente. La grande ‘paura’ di un default sovrano si risolve con un ‘contenuto’ danno, come vediamo, perché la ‘dose’ di bond argentini era calibrata e diversificata con altri strumenti di natura  quasi opposta (es. treasury bond americani).

L’obbligazione Cassa Depositi e Prestiti è scaduta a marzo, ha prodotto 5000 euro
di capitale e 13,12 di cedole nette. Notiamo che qui il rischio che ci siamo ‘accollati’ è stato principalmente di una bassa redditività (ovvero un rischio inflattivo… che comunque su orizzonti temporali brevi fa meno ‘male’ che su quelli medio-lunghi).

Il titolo sovranazionale in Corone Norvegesi invece quota
oggi 97,77: lo liquido per 29310 corone norvegesi, pari a 2984,14 euro, anche
qui ho 36 euro di minusvalenza. Ho però 117,5 di cedole pagate negli ultimi 3
anni.

Il titolo di stato USA Tnote è scaduto a marzo del 2022, rimborsando
3000 euro che, all’epoca, valevano 91 centesimi, per 2730 euro netti.
Oltretutto ha pagato 135,84 euro netti di cedole.

Il conto deposito RendiMax è stato liquidato oggi per 4000
euro, cui aggiungiamo 199,8 euro di interessi netti con una liquidazione
‘pulita’ di 4199,8 euro.

Passiamo al fondo attivo “Fidelity Global Short Duration
Income in dollari” che ha oggi un NAV di 8,811 euro: in 3 anni il controvalore
è passato quindi a 5214,84 euro, che al netto della fiscalità fanno 5158,98
euro. Il ricorrere ad un obbligazionario ‘corto’ in valuta dollaro ha
decisamente premiato, pur essendoci assunti un significativo rischio valuta abbiamo ‘coperto’ il rischio dei mercati (tipico dell’azionario) e quello dei tassi (che riguarda di più le obbligazioni lunghe). Attenzione però perché questo obbligazionario flessibile
a bassa duration era caratterizzato anche dal pagamento mensile di un
dividendo, in tutto in 3 anni parliamo di 99,36 euro netti distribuiti.

Passiamo agli ETF:

Il Lyxor Core Eurostoxx600, sottoscritto a 148,98 euro,
oggi vale 193,92 euro, gain del +30,16%. Al netto delle tasse ne ottengo
2916,24 euro.

Il xTrackers MSCI USA quota oggi 117 euro, con una
performance del +67,67% in 3 anni. Il controvalore finale, al netto delle
tasse, è di 1885,01 euro.

Arriviamo infine alla ‘nota dolente’ del BRIC, non favorito
di certo dall’anno in corso. Oggi chiude a 20,73, con un controvalore finale
netto di 621,9 euro. A questo aggiungiamo 23,09 euro di dividendi netti
incassati. L’elevato rischio di un BRIC su un portafoglio a Breve Termine era già stato preso in considerazione a inizio portafoglio e, non a caso, ‘dosato’ in maniera sensata.

Il controvalore finale ottenuto di questo non facile
portafoglio è quindi di: 26289,85 netti.

Rispetto ai 24952,6 euro ha chiuso in gain di 1337,25 euro
netti. E’ quindi in gain del +5,35%, pari al +1,79% annuo netto.

P.C. 14/08/2022

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