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MENIPPO: un portafoglio bilanciato ‘Low Cost’ prudente

Last Updated on 27/07/2024 by bowman

Il tema del contenimento dei costi di gestione è una chiave di volta nella gestione del risparmio. Già il ricorso a strumenti che non includono inutili/dannose commissioni (di distribuzione, collocamento, gestione) o altre gabelle occulte, è certamente un accorgimento sufficiente a rendere efficiente il portafoglio sulla voce costi.

La grande differenza è passare dai tanti strumenti inutilmente e dannosamente costosi e complessi come tante polizze assicurative/finanziarie e i fondi che l’industria del risparmio vuole tanto ‘vendere’, e strumenti ‘sani’ come ETP (ETF, ETC, ETN), panieri di azioni ed obbligazioni e conti deposito, o al massimo qualche polizza rivalutabile.

Nel portafoglio odierno però voglio affrontare il tema della ‘minimizzazione’ dei costi (poco incidente quando già si usano ETF) abbinato ad altri due principi:

– Semplicità (una decina di strumenti ‘semplici’ al massimo)

– Rischio contenuto

Il problema in un periodo di rendimenti bassi sugli investimenti “free risk” è infatti che i costi incidono in maniera devastante sugli investimenti meno rischiosi… laddove un azionario dei paesi emergenti ha altri problemi che pregiudicano il rendimento dell’investimento oltre al pagare 0,1%, 1% o 2% di costi di gestione, o anche un 3% di costi d’entrata (ovviamente si spera una tantum e una volta ogni tanti anni poiché frequenti arbitraggi onerosi tra strumenti sono essenzialmente una truffa). Quindi è in un portafoglio “prudente” che ha assolutamente importanza contenere (se non minimizzare come nel caso di Menippo) i costi.

MENIPPO è studiato per essere diversificato, semplice, prudente e parsimonioso. Il riferimento è al personaggio che nella tradizione classica riuscì a non pagare neppure l’obolo dovuto a Caronte per essere portato negli Inferi.

Per capire ‘quanto’ è parsimonioso MENIPPO mi dilungo su un esempio mi auguro divertente…

Questo:

E’ il Blackrock Euro Bond, un fondo attivo obbligazionario euro tra i più noti e diffusi. Negli ultimi 5 anni chi avesse investito su questo fondo avrebbe avuto, in un periodo “toro” per i mercati finanziari, e di ribasso dei tassi (che favorisce questo tipo di asset), una crescita lorda del capitale investito di circa lo 0,5% (0,1% l’anno), purtroppo inferiore alla pur contenuta inflazione.

Nel frattempo lo strumento ha “reso” il 2,22% di Total Expense Ratio a chi lo crea/gestisce/colloca/distribuisce (2,22×5 = 11%)… ovvero venti volte il suo rendimento in un periodo favorevole. E parliamo di Blackrock Euro Bond… non dell’obbligazionario flessibile di ‘bassa qualità’ di qualche addetto alla ‘promozione di prodotti finanziari’. Insomma c’è MOLTO di peggio in giro.

Facciamo finta che il mercato della gestione del risparmio fosse un ‘mercato normale’ dove io consumatore, ho chiarezza dei costi ed un prezzo di riserva. Non vedo perché chi vende scarpe debba essere forzatamente più trasparente di un ‘Private Banker’. Quindi immaginiamo che io abbia un budget di 70 euro l’anno a disposizione da spendere in costi sugli strumenti finanziari.

Pur avendo scelto un prodotto gravato alla sottoscrizione dalle sole ‘spese fisse’ (paragonabili alle commissioni di negoziazione di un ETF) e non a commissioni di collocamento sottratte al capitale, con 70 euro di budget per pagare costi d’investimento, sarei in grado di acquistare solo 3153 euro di Blackrock Euro Bond al ‘prezzo’ del 2,22% annuo riportato da Morningstar.

Oppure… con gli stessi soldi (70 euro l’anno) posso costruire MENIPPO: un portafoglio diversificato, con una volatilità paragonabile ad un obbligazionario di lungo termine ed un’asset allocation prudente/moderata di 100mila euro. 

Ovvero 32 volte tanto.

32 volte, per capirci, lato consumatore è la differenza di costo che c’è tra questa (449 euro su Amazon):

e questa:
Con la fondamentale differenza che nel mondo delle meraviglie della gestione del risparmio il risultato finale è probabilmente invertito: a basso costo ottengo il portafoglio “serio” e a parità di condizioni di mercato più redditizio (quindi più funzionale alle mie esigenze) ed ad alto costo un prodotto che, gravato da costi ed interessi vari, sfreccerà vicino al primo come un’automobilina a pedali vicino ad un SUV.
Ma sarà davvero così?
Molte persone (guarda caso in palese conflitto d’interessi) invece dicono che anche in questo mondo la “qualità si paga”, c’è da spiegare le performance di un ETF sul Nasdaq negli ultimi 10 anni, però.
Voglio quindi divertirmi a creare un portafoglio con strategia Low Cost e MOSTRARE a me e a chi mi seguirà se questo è vero… oppure no.

MENIPPO Rules:
Portafoglio 25% azionario, 25% liquidità e 50% obbligazionario, con orizzonte temporale 6 anni.
Il portafoglio prevede un ribilanciamento tra asset ogni 24 mesi (2 anni) per ridurre i costi di transazione e gli oneri fiscali. La rendicontazione è ogni 8 mesi (avremo quindi 9 rendiconti periodici).
Il portafoglio è strutturato 25/25/25/25, divisi tra liquidità remunerata (conto deposito), azionario diversificato, obbligazioni governative e obbligazioni societarie
La quota di liquidità la divido inizialmente tra due conti depositi diversi, riducendo l’esposizione al rischio di controparte (che comunque rimane per uno superiore al 10%).
Nell’azionario utilizzo un focus su 3 aree economiche: Europa, USA e Asia. La divisione è 1/3 ciascuna (con 1000 euro in più sull’Europa) che sovrappesa leggermente rispetto alla capitalizzazione finanziaria classica l’Asia e la regione del Pacifico.
Nel governativo si opera una diversificazione 1/3 a durata finanziaria bassa, che essendo priva di grandi rendimenti al momento acquisto quindi con rischio valuta
Nel societario applico lo stesso principio
Il ribilanciamento dopo 2 anni deve essere sulla seguente asset allocation: 9% azionario Europa, 8% azionario USA, 8% azionario Asia, 25% governativo, 25% corporate bond e 25% liquidità, con un minimo ragionevole di tolleranza.
Il rischio valuta è contenuto complessivamente al 30% del capitale e deve rimanere possibilmente entro 1/3.
L’obiettivo di rendimento sulla base del corso storico è del 4% circa, il rischio lo posso considerare contenuto e negli ultimi 5-7 anni questa struttura avrebbe avuto un ottimo sharpe-ratio.
Personalmente temo però che il peso del “debito aggregato” possa sfavorire Menippo in uno scenario di rialzo dei tassi con conseguente depressione per alcuni anni dell’azionario, ma in realtà con una struttura semplice è difficile difendersi da uno scenario simile (controllando il rischio e ricercando un rendimento superiore al conto deposito), soprattutto se globale.
L’investitore può però rimanere assolutamente “sereno” con un bilanciamento come quello di Menippo, soprattutto rispettando l’orizzonte temporale che ci siamo dati.
Il risultato è un portafoglio tra il prudente ed il moderato, della durata di alcuni anni ma non troppi (6 anni), estremamente economico, abbastanza semplice, valida difesa con i suoi obiettivi di rendimento contro l’inflazione attesa e dal corso verosimilmente stabile (anche se non per forza in costante crescita).

Menippo ha un T.E.R. record dello 0,07% annuo. 

Investire 100mila euro l’anno in questo modo mi ‘costerebbe’ 70 euro, un costo sopportabile anche da rendimenti contenuti di alcuni asset.
Il primo rendiconto è previso tra 8 mesi, a metà marzo 2022.
P.C. 17/07/2021

1 commento su “MENIPPO: un portafoglio bilanciato ‘Low Cost’ prudente”

  1. Ottimo Test! sono sicuro che ne vedremo delle belle!
    L'unica cosa certa sugli investimenti sono i costi, e Menippo (che li minimizza) mi sta già simpatico assai! 🙂

    Grazie ancora per quello che fai,
    M.

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