Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Andando a guardare alle nostre spalle, l’andamento dei mercati dell’ultimo anno descrive il corso di ripresa dei mercati alla fine del primo lockdown che portò la celebre ondata di panico che rimarrà nella storia come il “flash-crash” del 2020.
Tra gli asset che abbiamo visto diminuire negli ultimi mesi e non brillare particolarmente nell’ultimo anno c’è l’obbligazionario governativo in dollari, sia di alto merito creditizio (il Treasury Bond) sia quello emesso dai paesi emergenti.
Osserviamo, senza tenere conto del dividendo distribuito, la performance del celebre VEMT:
Il Vanguard Emerging Markets Government Bond.
Facciamo presente che la discesa degli ultimi 12 mesi non segue, come nel caso del Treasury Bond, un picco di decorrelazione durante il crollo del mercato del 2020, anzi l’obbligazionario emergente ha sofferto fortemente del crollo delle materie prime e dell’incertezza dei mercati.
Ma quanto è “cara” ancora l’asset class?
Questo è l’andamento di due noti obbligazionari emergenti in dollari negli ultimi anni (senza dividendi!)
Come notiamo il massimo storico del NAV è stato sfiorato immediatamente prima della pandemia: un mix di tassi mondiali in ribasso e recupero della fiducia su politiche monetarie ed economiche (ricordiamo i dazi di Trump) accomodanti favorì una performance record in conto capitale, oltre alla generosa distribuzione, tra la metà del 2018 e l’inizio del 2020.
Se però vado a guardare il valore medio di scambio, ovviamente in dollari, dei principali titoli in cui investe VEMT notiamo che gran parte dei titoli, soprattutto quelli dalla maturity (scadenza) lunga quotano sostanzialmente sopra la pari:
Mexico Government International Bond 4.50% 22/4/2029 à
111,49
Petroleos Mexicanos 7.69% 23/1/2050 à109,9
China Construction Bank Corp. 4.25% 27/2/2029 à 107,32
Qatar Government International Bond 4.40% 16/4/2050 à 116,08
Mexico Government International Bond 3.25% 16/4/2030 à 101,86
Russian Foreign Bond-Eurobond 5.10% 28/3/2035 à 117,69
Abu Dhabi Government International Bond 3.13% 11/10/2027 à 108,8
Turkey Government International Bond 5.60% 14/11/2024 à 94,757
Se la debolezza di un anno fa è stata causata certamente da un’incrementata percezione del rischio paese, oggi questa è generalmente sostituita da un buon grado di fiducia (salvo casi sporadici come la Turchia) e le obbligazioni anche di emissioni “rischiosette” come la partecipata petrolifera Petroleos Mexicanos a 30 anni o gli Eurobond Russi, quotano solidamente sopra la pari.
Molta delle difficoltà per la valutazione è quindi da addursi alla debolezza del dollaro:
L’euro si è rafforzato rispetto al dollaro, passando da 1,1 di metà maggio 2020 a oltre 1,21 odierni. Questo penalizza le emissioni di paesi emergenti più della percezione di un rischio sul paese.
Questo comporta una serie di considerazioni:
– La debolezza dell’asset class ha dei punti in comune con la debolezza del governativo USA in dollari
– Il non economico prezzo rispetto ad un ipotetico “fair value” intorno alla pari, determina una non economicità del bond emergente rispetto ad una prospettiva di rialzo dei tassi dollaro (anche dovuta al contenimento dell’inflazione).
– Un eventuale crollo del mercato azionario seguito da ondata emotiva di insicurezza potrebbe avere esiti nell’immediato decorrelati tra treasury bond (difensivi) e emerging markets bond (percepiti come più rischiosi)
– Un rialzo dei tassi USA che storicamente ha indebolito le emissioni emergenti (guardiamo il “crollo” tra il 2017 e la metà del 2018) potrebbe penalizzare le emissioni emergenti, pur favorendo un recupero delle quotazioni laddove comportasse un indebolimento dell’euro rispetto al dollaro.
– Da un recupero del dollaro accompagnato invece da ripresa economica e dal mantenimento di una politica monetaria accomodante ci si può invece aspettare un recupero di valore in euro sulle emissioni emergenti, così come da un indebolimento dell’euro a causa dell’enorme quantità di liquidità immessa sul mercato (che poi è la stessa cosa).
Forse si può infine analizzare che il mercato prezza care le emissioni emergenti, ma non così care rispetto a quelle investment grade, laddove i bond europei hanno rendimenti contenuti anche su emissioni lunghe, il treasury americano sta intorno a 2,12% sul trentennale e le emissioni cinesi in dollari rendono intorno al 3% a meno di dieci anni.
Questa maggiore redditività rappresenta, per l’investitore di lungo termine, una minore durata finanziaria del titolo, che storicamente si è tradotta in una discreta capacità, anche se a seguito di una volatilità negativa elevata, di recuperare scossoni dovuti a debolezze del mercato (come nel 2008) così come all’impatto dei tassi d’interesse (2018).
C’è da dire che non rimangono molti altri obbligazionari, soprattutto governativi, con rendimenti dignitosi, e quindi non estremamente esposti verso i tassi d’interesse, che non siano altresì oggetto di artificiale supporto nelle quotazioni ad intervento di autorità USA (che sono arrivate ad acquistare persino debito high yield).
P.C. 29.04.2021
Un commento esaustivo ed illuminante sull'andamento degli EM.
Mai letto nulla di così chiaro sull'argomento.
Grazie
Condivido pienamente il commento di Fausto.
Grazie
Ciao Bow
Mi interessava proprio un articolo sui Bond emergenti stile VEMT,EMBE. Sul Fol se ne parla parecchio. Tuttavia non capisco una cosa.
Su Justeft, se guardo il plot del valore di mercato di EMBE (in $) dall´ 1 gennaio 2018 (123,16) al 1 gennaio 2020 (106,76) ne deduco un calo del 14% !
Questo senza dividendi.
Nella curva che hai messo tu, nello stesso periodo di tempo, c´e´un aumento di circa il 10%. E´vero che e´il NAV il tuo ma com´e´possibile tutta sta differenza e poi con segno opposto ?
Sicuramente mi perdo qualcosa… 🙂
Il sito di Borsaitaliana registra gli scambi reali, in euro, degli ETF. Il 2 gennaio 2018 l'ultimo scambio è stato effettuato a 95,2 per IE00B2NPKV68, in soldoni se lo hai comprato tu quel giorno hai speso 952 euro (più facciamo finta 5 di transazione) per 100 quote. Il 3 gennaio 2020 sullo stesso mercato il prezzo di chiusura è 102,18. Quindi se rivendevi le stesse 100 quote ne avevi 1021,8 euro.
La crescita del prezzo di mercato (che in un ETF dovrebbe riprodurre il NAV, ma c'è uno scarto ovviamente di solito) è di +7,33%. Qui ovviamente non c'è traccia del dividendo che ogni mese hai percepito per 24 mesi. JustETF non so perché fa conti diversi… però il "conto della serva" non sbaglia (e quadra con il grafico morningstar postato).
Si, in efetti, nonostante Justetf ti permetta di vedere i valor in $ o in Euro e considerare o no i dividendi, i conti non mi tornano.
Invece su Investing mi tornano.
Per fare i tuo caso sopra di IEMB.
02/01/2018 price 95.2 eur al cambio eur$=1.201 -> 114.33 $
03/01/2020 price 102.18 eur al cambio eur$=1.116 -> 114.03 $
Se tolgo di mezzo la variabile del cambio Eur/$ il prezzo di IEMB e´quasi identico. Ne deduco che tutto quell´aumento e´ semplicemente la fluttuazione sottostante del cambio.
Da inizio 2018 a inizio 2020 almeno i tassi USA non si sono praticamente mossi (+0.25%)
Io volevo proprio quantificare l´effetto dell´aumento dei tassi di interesse sulle quotazioni di IEMB, cosa che mi pare non banale.
Buongiorno Bowman,
Sono Carmine ti seguo un finanze on-line da un po', avrei tanto bisogno di contattarti per un tuo prezioso consiglio …
dimmi come posso fare grazie
Scusate ma se Vemt ha in pancia tanti bond che quotano notevolmente sopra alla pari,con un aumento dei tassi i bond attuali caleranno di prezzo,mentre le nuove emissioni saranno preferite dagli investitori.
Vemt ha troppi bond con duration lunga,quindi subirà un crollo di prezzo.
@Markus: non esiste nessun indice o fondo obbligazionario che contiene bond sotto la pari. Gli emerging markets bonds sono i meno peggio. Se temi il crollo di prezzo qui non guardare il Euro Government bond… trovi titoli che sfiorano +200%, distribuiscono poco e a scadenza pagano 100. Rendiamoci conto che un titolo di Stato Austriaco al 1,5% scadenza fine 2086 (65 anni!!!) è in vendita a 133. Sai quanto può scendere un titolo del genere? Nel 2011 un titolo di Stato austriaco a 10 anni rendeva un normalissimo 3,5%. Se si tornasse entro i prossimi 15 anni a quel rendimento il 2086 al 1,5% verosimilmente quoterebbe intorno a 40. Vale a dire, in conto capitale (ed in un ipotetico fondo con dentro bond matusalemme simili) passare da 133 a 40: -70%. Una diminuzione quasi da crollo del Nasdaq100 nella bolla del dot com, mai equagliato dall'azionario da almeno cent'anni. Con la differenza che poi torneresti a 100 tra 65 anni (pensa a quanta inflazione), diminuendo cioè la discesa in conto capitale da un -70 ad -25 in 3 generazioni. Questo significa investire in governativo a lungo-lunghissimo termine oggi. Buona fortuna.