Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Non tutte le strategie di portafoglio possono essere ideate seguendo, obbligatoriamente, le regole del ‘paniere efficiente’ e della perfetta diversificazione multi-asset.
Alcuni portafogli, che probabilmente non compongono il 100% di un patrimonio, ma un suo specifico sotto-insieme, possono avere delle strategie più concentrate.
Probabilmente avrete visto dei fondi comuni d’investimento con la parola ‘focus’ nella dicitura, esempio “Focus Italia” oppure “Asia Focus” o “Small Cap Focus” o “Global Focus”. Sono portafogli impostati con la ‘concentrazione’ su settori specifici, ma non necessariamente mono-benchmark.
Ad esempio la scelta del gestore può ricadere su aziende che, all’interno di uno specifico mercato, hanno sede in un luogo particolare, hanno prospettive di ripresa sulla base di dati di bilancio o mille altre variabili.
Ho deciso, in questa fase di mercato assolutamente positivo (che quindi potrebbe regalare degli sfavorevoli prezzi medi di carico ai nuovi portafogli) di cercare anche io una ‘focalizzazione’ anziché replicare più o meno passivamente il mercato.
E vedremo come questa strategia si ‘comporterà’, soprattutto se paragonata alle altre.
Il primo elemento da cui sono partito, per creare un portafoglio ‘diverso’ dagli altri è: basta USA. L’azionario USA è ormai largamente rappresentato in molti asset globali, ricordiamo che indici come il MSCI World sono composti per 2/3 dai titoli USA. Vorrei quindi partire da qualcosa che non includa aziende statunitensi.
Un’altra considerazione l’ho fatta andando a confrontare, utilizzando al solito due ETF a replica passiva, due asset tendenzialmente molto diversi tra loro, che però mostrano una forte complementarità negli andamenti, nel corso del decennio appena terminato:
Premetto che quello appena trascorso è un decennio piuttosto caratteristico per i mercati: generalmente dominato (oltre che dall’impetuosa crescita degli stocks americani, che come ho premesso non considero stavolta) da progressivo calo dei tassi d’interesse e recupero dei mercati finanziari.
Andiamo a vedere che l’azionario dell’area euro, rappresentato dal iShares Core MSCI EMU ed i titoli di stato emessi in dollari dai paesi emergenti, rappresentati dal iShares JPM USD EM Bond, hanno avuto un andamento decorrelato, ma tendenzialmente in crescita pressoché costante ed assolutamente complementare per tutto il decennio.
Possiamo notare che nei punti di ‘incrocio’ dei due grafici della crescita del capitale (in cui quindi entrambi gli asset, con partenza dell’investimento nel 2010 avrebbero dato il medesimo rendimento) sono tutti in posizione più elevata o grossomodo uguale, al punto d’incrocio precedente. Anzi, solo nel corso del 2011 e del 2018 c’è stata una sostanziale ‘pausa’ di una crescita progressiva.
Questo andamento è molto interessante.
Sia l’azionario Europa che l’obbligazionario dei Paesi Emergenti sono asset che tradizionalmente risentono del mercato globale e quindi USA-centrico, ma al contempo lo fanno con loro connotati e caratteristiche.
L’Europa ha una sua valuta forte (per noi preferibile, in quanto riduce il nostro rischio valuta rispetto al dollaro), ma tendenzialmente è influenzata dagli scossoni finanziari d’oltre atlantico (decorrela come valuta, ma non molto come rischio mercato). L’obbligazionario emergente tende invece tendenzialmente a ‘sgonfiarsi’ quando i tassi USA si rendono più redditizi, ma al contempo a rappresentare una valida alternativa quando questi scendono ed l’economia USA mostra rallentamenti e necessità di nuova liquidità.
Ho creato quindi una mia pseudo-matrice a quattro sulla mia posizione nei confronti degli USA:
AZ. EUROPA BOND EMERGENTI
RISCHIO VALUTA Decorrelato Correlato
RISCHIO MERCATO Correlato Decorrelato
Da questo principio di ‘compensazione’ nasce quindi la strategia di portafoglio di TALO che punta a dare valore al capitale diversificando dall’asset azionario-USA tramite una compensazione tra due asset che, tradizionalmente, si sono posti in maniera antitetica all’andamento mercato/valuta proprio di questo asset.
E’ inutile sottolineare come comunque non stiamo cercando la strategia ‘infallibile’, come abbiamo visto nel 2011 e nel 2018 fasi di crisi della liquidità o di credit crunch hanno causato un arresto nella crescita anche dell’abbinamento tra i due asset, tuttavia avremo un qualcosa di ”altro” rispetto alla classica replica del S&P500.
Partendo da questo principio ho deciso di bilanciare 60% obbligazionario emergenti e 40% azionario Europa il portafoglio di Talo. Questo perché, tendenzialmente, la crescita dell’azionario è più forte dell’obbligazionario e comunque negli strumenti obbligazionari che sceglierò vi sarà una maggiore distribuzione, che mi consentirà di operare opportuni ribilanciamenti.
Per seguire grossomodo la stessa strategia gestionale di un altro portafoglio Bilanciato molto interessante come Baliano, prevedo di rendicontare e ribilanciare Talo una volta ogni 7 mesi, in modo di accumulare anche un pò di dividendi.
E che orizzonte temporale si abbina bene a questa strategia? E’ sicuramente un investimento quantomeno a medio termine, e scelgo quindi 10 revisioni, per un totale di 70 mesi (6 anni e 10 mesi) da oggi alla fine del 2025.
Vado però, come mio solito, a strutturare in maniera un pò più articolata e professionale il portafoglio al suo interno.
In questa parte del portafoglio, concentrata sull’Europa e sull’azionario, ho deciso di abbinare un piccolo basket di 4 azioni, pari al 12% del capitale complessivo (con esposizione a rischio di controparte non superiore al 3%, in perfetta coerenza con le norme di diversificazione UCITS) a degli ETF.
Per le azioni ho deciso di muovermi in campo settoriale, scegliendo un abbinamento di due settori che spesso, di fronte alla volatilità del mercato, godono di minima correlazione: Risorse Naturali e Lusso. Si noti come sono anche dei settori che tendono a traghettare fuori dalle crisi di mercato: le Risorse Naturali hanno un andamento ciclico, mentre il Lusso è tendenzialmente difensivo e decorrelato.
Potendo scegliere solo 4 azioni ho scelto quattro importanti multinazionali.
Mondi PLC (Mid Cap/Value) è una multinazionale della carta e degli imballaggi, legata sia ai settori delle risorse naturali che della logistica, ha sedi operative a Johannesburg, Londra e Vienna, il che, pur avendo origini sudafricane le ha permesso di essere inclusa nel FTSE4Good Europeo e di godere elevati ranking come azienda conforme a principi SRI (Socially Responsible Investment).
Glencore International PLC (Large Cap/Value) è una multinazionale mineraria anglo-svizzera, legata al settore dei metalli industriali, dell’energia, ma anche agricolo.
Hermes International (Large Cap/Growth) è una multinazionale della moda francese, attiva nel settore del lusso, dei profumi e dei beni per la persona e dell’arredamento.
Pernord Richard (Large Cap/Value) è una multinazionale francese produttrice di vini ed alcolici, proprietaria di primarie marche di cognac e champagne.
A questo mini-pacchetto abbino degli strumenti indicizzati. Gran parte dell’investimento (17% del capitale complessivo) lo concentro nel iShares Core MSCI EMU (aziende large cap e mid cap dell’area euro), vi abbino però, con i medesimi principi di selezione delle aziende di cui sopra, il iShares Edge MSCI Europe Minimum Volatilty (che seleziona il portafoglio con i criteri delle matrici di covarianza) ed il iShares MSCI Emu Small Cap che serve a completare l’investimento europeo ricorrendo anche alle aziende a più bassa capitalizzazione (che però nel mercato europeo sono storicamente interessanti).
Asset Obbligazionari (60%):
Gli asset obbligazionari sono tutti focalizzati sui Paesi Emergenti.
La galassia rappresentata dalla definizione ‘Paesi Emergenti’ è però molto vasta ed ho deciso di affrontarla con una certa strategia.
Utilizzerò 4 ETF come ‘core’ dell’investimento, strumenti che prevedono la distribuzione di dividendi, con approcci differenti tra l’oro all’universo dell’obbligazionario emergente.
Vi abbinerò altri 2 ETF obbligazionari emergenti ma molto più piccoli e volatili, che saranno oggetto di ‘accumulo’ di questi dividendi. Ecco quindi che la maggiore dose di obbligazionario rispetto all’azionario è compensata da una crescente volatilità (strategia evoluzione) tramite l’accumulo di dividendi in strategie più dinamiche.
Parte ‘Core’:
iShares JPM USD EM Bond Euro Hedged e iShares JPM USD EM Bond Euro rappresentano ovviamente gli investimenti principali, con costante flusso di dividendi distribuiti. Diversifico sui 2 ETF per avere un 10% del portafoglio obbligazionario non esposto a rischio valuta ed equilibrare perfettamente il rischio valuta complessivo.
xTrackers USD EM Gov&Gov.Rel.Bond rappresenta invece un ETF che replica un indice con caratteristiche diverse da quelle degli iShares. Si tratta di un indice FTSE con significativa esposizione anche a enti locali con sovranità limitata oltre che governi e basta. Questo da una ‘mappatura’ diversa dell’investimento: il paese più rappresentato è la Federazione Russa, seguita da altre economie periferiche ma interessanti quali Indonesia, Filippine, Colombia, Turchia etc…
Vanguard USD EM Government Bond rappresenta una terza sfumatura ed un terzo indice di obbligazionari emergente, né il JPM né il FTSE, bensì il Bloomberg. Questo titolo ha una duration più corta (6,8 rispetto ai 7,6 del precedente) ed un’esposizione geografica che mette la Cina (nel precedente titolo relegata a porzioni minori) come prima controparte assoluta con il 16% del capitale.
La parte ad ‘Accumulo’:
L’accumulo si effettua su due titoli obbligazionari emergenti (privi di distribuzione) che sono dei ‘piccoli’ ETF (meno liquidi… ma gli ordini al meglio passano lo stesso!) con strategie molto più speculative.
JPM Emerging Sovereign Bond replica l’indice J.P. Morgan Emerging Markets Risk-Aware Bond
Index con il 60% del portafoglio concentrato in asset al di sotto del rating BBB. Abbiamo alcuni tra i paesi emergenti più speculativi tra i debitori in dollari: Turchia, Brasile, SudAfrica, Ucraina, Repubblica Dominicana etc…
VanEck Vectors Emerging Markets High Yield Bond invece investe proprio in obbligazioni societarie ad alto-rischio rendimento di paesi emergenti, massimo grado di rischio/volatilità. Raggiungiamo una duration record per questo tipo di ETF: 3,75, ed anche qui come nell’ETF Vanguard la principale area geografica (tra il 14% ed il 15%) è la Cina, dove ci sono più multinazionali in grado di finanziarsi in valuta forte.
E’ ovvio che questi due ‘piccoli’ ETF rappresentano la parte più preoccupante dell’investimento, saranno infatti giusto oggetto di accumulo dei dividendi distribuiti e partono con un investimento minimo di 1000 euro ciascuno, sono quindi facilmente rimpiazzabili se delistati.
Al termine dell’orizzonte temporale d’investimento ci possiamo lasciare aperta la scelta se riconfigurare il portafoglio e proseguire fino ad un orizzonte decennale (fino all’inizio del prossimo decennio), aggiornando gli strumenti con quanto avremo a disposizione sul mercato a fine 2025 oppure liquidare il portafoglio e fare il conto dei risultati.
La situazione di partenza di TALO è:
Il primo ribilanciamento ci attende a metà settembre 2020.
P.C. 12.02.2020
Interessante il suo blog, lo seguirò.