Last Updated on 27/07/2024 by bowman
E’ giunto a scadenza a fine giugno il primo dei “micro-portafogli” ispirato alle muse. THALIA rappresentava un investimento bilanciato prudente, con 15% di azionario e 85% di obbligazionario.
Il corso terminale dell’investimento è stato ‘funestato’ da un andamento estremamente avverso dell’obbligazionario e da un orizzonte temporale troppo breve (2 anni e 10 mesi) per auspicare recuperi.
Eppure vedremo che il portafoglio ha conservato (appena) il capitale, non causando perdite all’ipotetico investitore.
Thalia investì in:
9000 euro
di CCT Eur6m+0,55% Gn22 (IT0005104473)
sottoscritto a 99,32 per 8938,8 euro
33
quote di ETF xTrackers US Treasuries Euro Hedged (LU1399300455) sottoscritto a
119,3 per 3936,9 euro
20
quote di ETF Amundi ETF Floating USD Corporate (LU1681040900) sottoscritto a
97,2 per 1944 euro
330
quote di SICAV Invesco Pan European High Income (LU0794791011) sottoscritta a
15,22 per 5022 euro
40
quote di ETF Vanguard FTSE All-World (IE00B3RBWM25) sottoscritto a 73,78 per
2951,2 euro
25 quote di ETF Pimco Short
Term High Yield euro hedged (IE00BF8HV600) sottoscritto a 87,12 per 2178 euro
parto dalla fine:
– L’ETF Pimco Short Term High Yield euro Hedged ha affrontato un corso estremamente negativo nell’ultimo periodo: si tratta di obbligazioni a basso merito creditizio che, anche se hanno durata breve, ‘soffrono’ nell’attuale contesto di schermatura contro il dollaro (Hedging) e di una distribuzione addirittura mensile di qualsiasi provento. Con un prezzo attuale di 73,67 il controvalore dell’ETF finale è ridotto ad appena 1841,75 euro, cui si aggiungono 141,52 euro di dividendi complessivi a netto del capital gain (che sul dividendo ha comunque pagato). Totale finale di 1983,27 euro.
– L’ETF Vanguard FTSE All-World invece è stato il “motore” della redditività di questo portafoglio, dopo 2 anni e 10 mesi il controvalore dell’ETF azionario è salito a 93,87 (+27,23%) che al netto del capital gain mi restituiscono 3545,76 euro, oltre a 138,53 dai dividendi accreditati netti trimestralmente.
– Passiamo al fondo attivo, il Invesco Pan European High Income è un flessibile, ma dichiara un benchmark “prudente” con 20% di azionario e 80% di obbligazionario. E’ un buon ‘paragone’ per THALIA, con la differenza che mentre il nostro portafoglio chiude comunque in gain, questo fondo è passato da 15,22 a 14,78 di controvalore (-2,9%) e chiude con un controvalore di 4877,4 euro.
– L’ETF Amundi investe in obbligazioni societarie in dollari ed oltretutto a tasso variabile, è stato un ottimo bilanciamento al rialzo dei tassi. Infatti chiude con un controvalore di 2118,2 euro e, pagando 21,77 di capital gain (imposta inevitabile in fondi ed ETF che chiudono in gain poiché inefficienti fiscalmente!) mi rende 2096,43 euro.
– L’XTrackers investe in titoli di stato USA con copertura valutaria, che purtroppo ci ha esposto terribilmente ai rialzi dei tassi d’oltreoceano senza avvantaggiarci con il dollaro forte. Anche qui riportiamo una perdita con un controvalore finale di 3429,36 per l’ETF e 204,44 di dividendi incassati netti.
– Rimane in ultimo il titolo di Stato: il CCT ha reso pochissimo in cedole (55,5 euro netti) ma scadendo non paga alcun capital gain dato che è efficiente fiscalmente ed utilizza la minusvalenza che do per assodata vendendo ipoteticamente prima della scadenza gli ETF in perdita.
Il totale è di 25330,69, il micro-investimento è stato chiuso con un lieve margine positivo sul capitale iniziale del +1,44%.
Poco soddisfacente, ma con 85% di obbligazionario degli strumenti attivi come l’Invesco ci mostrano che poteva anche chiudere in perdita.
P.C. 03/07/2022